(ASI) Archiviato l’ottavo turno, si tirano le prime conclusioni. La Roma di Garcia è saldamente in testa alla classifica e con la vittoria sui partenopei  porta a 5 le lunghezze di distanza dalle inseguitrici  Juventus e Napoli. Ma quali sono stati i protagonisti e le delusioni di questa tornata di gioco?

 

I TOP

Fiorentina: Quanto è successo ieri al “Franchi” resterà nella storia di questo sport. La magnifica rimonta compiuta dai viola è lo specchio del carattere della squadra di Vincenzo Montella, coriacea, mai remissiva ed in grado di tirar fuori le unghie anche in situazioni apparentemente compromesse. Già perché sullo 0-2, con la Juve padrona del match, è accaduto l’imponderabile e la gara ha preso una piega quasi magica. Il rigore di Giuseppe Rossi, corroborato dal trascinante incitamento di un pubblico impagabile e mai domo, ha fatto cadere i viola in una trance agonistica che gli ha permesso di regalare a tifosi e spettatori 20 minuti di leggenda.. Merito di Borja Valero, che ha sfoggiato giocate di alta classe e dispensato assist magnifici, merito di Cuadrado, che dopo un primo tempo da incubo è salito in cattedra con le sue accelerazioni e i suoi dribbling e merito, soprattutto, del signor Giusppe Rossi, la cui tripletta ha tatuato a caratteri cubitali il suo nome nel cuore dei tifosi.. L’attaccante azzurro ieri ha sfoggiato tutto il suo repertorio: dribbling, tiro da fuori, freddezza dal dischetto e lucidità sotto porta.. Infine è doveroso elogiare una tifoseria che per 90 minuti ha sostenuto incessantemente i propri beniamini, sospingendoli ad effettuare una rimonta alla quale (per ammissione dello stesso Montella) neanche loro credevano più..

Miralem Pjanic (Roma): Prosegue il “magic moment” del gioiellino bosniaco, che dopo aver trascinato la propria nazionale ad una storica qualificazione al mondiale, è stato l’assoluto protagonista della vittoria giallorossa contro il Napoli di Benitez. Dopo l’uscita per infortunio di capitan Totti, Pjanic si è caricato la Roma sulle spalle e l’ha trascinata alla conquista di 3 punti tanto inaspettati quanto importanti. La punizione con la quale ha portato in vantaggio i giallorossi è un capolavoro balistico ed il rigore del 2-0, l’emblema della freddezza e del carisma di questo ragazzo, snobbato da Zeman e Andrezzoli, e rigenerato dall’avvento di mister Rudi Garcia..

Walter Birsa (Milan): Diamo a Birsa quel che è di Birsa, nell’arco di un paio di mesi lo sloveno si è trasformato da oggetto misterioso al Genoa, dove veniva spesso confinato in panchina, a trascinatore di un Milan che deve a lui 6 degli 11 punti in classifica. Pagato 4 spiccioli da Galliani ad agosto, il trequartista classe ’86 era chiamato a fare da riserva a Kakà. Poi, complici l’infortunio del brasiliano e la mancanza di alternative dei rossoneri, Birsa si è ritrovato titolare e dopo un paio di partite di assestamento, si è rivelato assoluto protagonista, trascinando il Milan alla vittoria casalinga contro l’Udinese con uno splendido sinistro al sette. La rete contro i friulani fa il paio con quella realizzata 2 giornate prima contro la Samp.. Insomma, gridare al fenomeno sarebbe prematuro e francamente un po’ ridicolo, ma di certo non è il bidone che poteva sembrare nelle prime 2 stagioni italiane..

I FLOP

Il black out della Juve: Dopo 70 minuti di assoluto controllo di un match che i bianconeri stavano conducendo 2-0, la Juventus è andata in bambola, subendo una rimonta incredibile. Forse la testa degli uomini di Conte era già proiettata al doppio confronto col Real Madrid, ma i 20 minuti di assoluto black ot del quale si sono resi protagonisti sono francamente inaccettabili, tanto più se coinvolge i campioni d’Italia.. I bianconeri rischiano di rimpiangere questi 3 punti persi.

La difesa del Napoli: Nel match contro la Roma (ma non solo), i partenopei hanno palesato tutte le proprie lacune difensive.. Albiol è un buon centrale, ma reduce da 3 stagioni da terzino, Britos è un buon mestierante, ma non del tutto idoneo ad una squadra che si propone come candidata alla vittoria del campionato. Ma i problemi maggiori sono altri.. Benitez dispone di 4 terzini (Zuniga, Armero, Maggio e Mesto) che non sono terzini, bensì fluidificanti che in carriera hanno sempre giocato con una difesa a 3, la logica conseguenza è che in un impianto difensivo a 4 riscontrano notevoli difficoltà tattiche.. Inoltre se viene meno uno tra Britos e Albiol, Benitez deve ricorrere ad uno tra Fernandez, che in serie A ha spesso mostrato notevoli difficoltà di adattamento e Cannavaro, che contro la Roma ha dimostrato di non poter più tenere botta a questi livelli.

Alessandro Antoniacci – Agenzia Stampa Italia

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