Nella ripresa il Perugia, guidato dal team manager Rubeca (anche lui un passato da allenatore, oggi diventato strabico a forza di gettare uno sguardo al campo ed uno alla tribuna, dove sedeva Camplone) riordina le idee, prende l’iniziativa, sfiora il gol, poi lo realizza con un’inzuccata di Scognamiglio su corner di Fabinho (finalmente una realizzazione su calcio piazzato, soluzione comunque da studiare e cercare di più). A questo punto l’impressione è che i perugini, acquisita consapevolezza dei propri mezzi e fiducia, possano e vogliano addirittura vincerla. Ci provano, ci vanno vicini in un paio di circostanze, e al 98’ (recupero lungo per un infortunio all’arbitro) con Evacuo segnano pure, ma il direttore di gara annulla per un fuorigioco dell’attaccante che le immagini di Tifogrifo sembrano smentire (e così, anche oggi il dossier stagionale sugli arbitraggi si arricchisce).
Alla fine resta la buona impressione destata da Comotto e compagni, contro una squadra che ha sì lasciato giocare, ma che resta pur sempre una delle favorite del torneo. Il cammino è ripreso, ora va consolidato con le vittorie, la continuità di risultati, esibizioni di personalità più costante, maggiore attenzione ai particolari difensivi e più cattiveria davanti, dove anche oggi in diverse situazioni (specie con Sprocati e Nicco) si è vista la solita mancanza di cinismo. Tutto questo, ovviamente, già a partire dalla prossima gara interna contro il Catanzaro, squadra ostica, che ha subito pochi gol e non lascerà giocare i grifoni come il Benevento. Quello con i calabresi sarà un banco di prova tosto per verificare i segnali di ripresa che i grifoni hanno lanciato oggi.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia
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