(ASI) Padova – Ciò a cui stiamo assistendo, per la maggior parte in qualità di spettatori passivi o impauriti, è l’instaurarsi di una società paradossale e distopica. Ogni decreto legge, o Dpcm che il Governo Italiano prepara e vara, in netta controtendenza col resto del mondo che abbandona progressivamente le restrizioni pandemiche, colpisce in maniera inesorabile e netta la vita quotidiana delle persone, col pretesto di un presunto fondamento scientifico che ogni giorno viene scardinato dai dati.
La società del paradosso, quella che il Governo Draghi sta attuando, è questa: acconsentire ad ogni trasgressione, e proibire ogni libertà. Sembra un ossimoro, ma è la realtà fattuale di ciò che sta accadendo, ed è giusto comprenderne assieme le motivazioni.
In primo luogo, il Governo, adottando provvedimenti restrittivi nei confronti di chi non ha completato il ciclo vaccinale inoculando tre dosi, (perché le nuove regole impongono questo), limita la vita sociale delle persone, non solo da un punto di vista economico (sospensioni dal lavoro, danni da inoculazioni e conseguenti cure mediche, mancato accesso ad esercizi commerciali, culturali, ricreativi, sportivi), ma anche comunitario. Il perché è presto detto: ponendo le persone su piani diversi, ossia sulla base del numero di somministrazioni di un farmaco, si è proceduto a categorizzare gli individui: quelli ritenuti giusti e quelli sbagliati. Questi ultimi, subiscono le crisi delle relazioni familiari ed amicali, in quanto non vengono accettati dagli stessi amici con cui condividevano da sempre l’esistenza, risultando in questo modo progressivamente emarginati dalla realtà sociale.
Parimenti, “i giusti”, si sentono in diritto di segnalare i comportamenti ritenuti sbagliati, ergendosi a giudici e controllori, auspicando misure sempre più restrittive e coercitive. Ricordiamo, che proprio questi atteggiamenti hanno generato sistemi antidemocratici e dittatoriali, nel complice silenzio di chi poteva agire e fermare la deriva.
La società del paradosso vede quindi proibite tutte le libertà, e sdoganate tutte le trasgressioni, le piccole faide, ciò che prima nessuna legge avrebbe avallato. Vengono orchestrate campagne di odio e operazioni psicologiche a puntino, volte a colpire “l’egoismo” di coloro che non compiono una scelta “per la collettività”, mettendo in discussione i fondamenti del servizio sanitario nazionale universale, auspicando che chi, contagiato e non aderente alla campagna vaccinale, debba pagarsi autonomamente le cure mediche. Precedenti pericolosissimi, che giova ripeterlo, minano lo stato di diritto e quello democratico. Ricordiamo, a titolo esemplificativo, l’ultima dichiarazione di Pierluigi Bersani (Articolo 1) rilasciata alla trasmissione “Piazza Pulita”: ‘Finché si può, si cura tutti. Se non ci fosse più posto, un vaccinato ha la priorità su un non vaccinato’. Asserzioni di una gravità inaudita, che quasi nessuno ha stigmatizzato e condannato senza appello.
La società del paradosso ha visto in sé una ulteriore contraddizione. Coloro che erano sempre stati additati come antidemocratici ed autoritari, si sono rivelati in realtà i più libertari ed accesi difensori dei diritti costituzionali. Al contempo, coloro che hanno sempre professato un giuramento di amore eterno alla Costituzione e ai valori della Resistenza, sono gli artefici di questi provvedimenti coercitivi e illiberali, e auspicano la società del paradosso, nella quale i diritti umani e sanciti nella Carta Costituzionale vengano progressivamente annullati, per approdare ad un modello nel quale un codice possa aprire tutte le porte, proibendo libertà di riunione, associazione, e soprattutto, dissenso.
In una intervista di qualche tempo addietro, il filosofo Massimo Cacciari, che ora sta modificando radicalmente le sue posizioni, aveva giustamente osservato come “fosse stato messo al bando perfino il dubbio”. Difatti, non si riscontra alcun dissenso nei confronti delle misure governative, essendo tutti i mezzi di informazione, salvo rarissime eccezioni, perfettamente allineati alle volontà di questo esecutivo.
Eppure, basta ragionare sugli avvenimenti per comprendere come il popolo sia stato bellamente truffato: prima era stato promesso il green pass quale “strumento di libertà” (Mario Draghi, luglio 2021), poi, la nazione è finita in una progressiva auto – chiusura, dove sono semi – annullati: turismo, enogastronomia, trasporti, commercio, in nome di un rischio sanitario esposto in maniera ossessiva e martellante, alimentato da dati scientifici che scricchiolano sempre di più, incapaci di sostenere la realtà dei provvedimenti legislativi.
I commercianti, i ristoratori, gli albergatori, le industrie, sempre più incattiviti e perfetti interpreti del raggiro governativo, hanno adottato, per tutta risposta, un mutismo spaventoso. Triste, quanto assurda, la mancanza di voci che almeno tentino di criticare lo stato delle cose, di una nazione che rischia il tracollo, non solo economico, ma anche energetico, non essendo previsto alcun piano nemmeno per l’aumento spropositato del costo dell’energia.
Infine, l’ultimo paradosso: l’elezione del Presidente della Repubblica. Un evento che ha una rilevanza relativa, rispetto alla situazione catastrofica in cui versa il Paese, viene presentato ogni giorno, come il problema principale degli italiani.
Un paese civile, non pensa minimamente di poter respingere una partoriente all’ingresso dell’ospedale, invocando la mancanza di un tampone e troncando così una vita umana; non vieta l’imbarco ad una malata di tumore in attesa di essere operata, sprovvista di magici codici; ed infine non seleziona, i cittadini da curare prima e quelli successivamente, sempre per la stessa ragione. Al contrario, chi deve dare alla luce un figlio deve essere indirizzata immediatamente in corsia, chi è in attesa di un’importante operazione e al contempo è malato (quindi scientificamente soggetto fragile, altro paradosso!) deve avere accesso con urgenza, e coloro i quali sono in attesa di intervento, vanno giudicati in base alla loro patologia, e non in ragione di altri distopici criteri. Ed il Presidente della Repubblica, dovrebbe essere il garante di tutti gli italiani, e non soltanto di una parte di essi. In questo modo la sua elezione, risulterebbe davvero un evento degno di importanza.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia