(ASI) Quello che sta avvenendo in Sri Lanka può essere considerato come un vero e proprio disastro ambientale. Una nave cargo in fiamme, ha provocato l’inquinamento delle spiagge dove si sono riversate tonnellate di granuli di plastica, i soccorritori sono al lavoro per cominciare a bonificare l’area, una tra le più belle del Paese.
L’incendio è divampato dalla nave X Press Pearl battente bandiera di Singapore, si è arenata giovedì 3 giugno, a 21 metri di profondità davanti alle spiagge a nord della località Colombo capitale dello Sri Lanka. Il fuoco e le fiamme a bordo, si sono scatenate il 20 maggio. La nave portava oltre mille container con prodotti petroliferi e sostanze chimiche, più un carico di granuli che servono per la produzione di sacchetti di plastica.
Già l’11 maggio si era registrata una perdita di acido nitrico dai container. Da una prima indagine risulterebbe che le autorità del Qatar e poi dell’India ordinarono al comandante di ripartire verso la meta, malgrado i problemi riscontrati. La fauna marina locale è messa a repentaglio dai veleni rilasciati nel mare. Una marea di granuli di plastica trasportati dalla corrente stanno mettendo in difficoltà granchi e pesci. La petroliera o ciò che ne resta era lunga 186 metri, chiamata Perla. Non lontano dalle meravigliose coste ha sganciato fatalmente nell’oceano il suo carico tossico, ben 1486 container ripieni di ogni sostanza chimica : 25 tonnellate di acido nitrico, pellet di plastica e 278 tonnellate di combustibile, 50 di gasolio, 20 prodotti di altri derivati petroliferi.
La X Press Pearl con bandiera di Singapore aveva lasciato il porto indiano di Hazirail 15 maggio ed era diretta a Colombo. Ha preso fuoco mentre era alla fonda fuori dal porto di destinazione. Secondo quanto riportano le indagini, già dall’11 maggio era cominciata una perdita di acido nitrico, un materiale altamente corrosivo. L’incidente ha provocato la morte degli animali marini e della stessa flora acquatica. Le creature hanno cominciato a spiaggiarsi senza vita lungo la costa di Colombo. La nave ha bruciato per 12 giorni, senza che si riuscisse a scongiurare il disastro. I rimorchiatori della marina dello Sri Lanka hanno cercato di trainare verso acque più profonde il cargo incendiato, per minimizzare l’impatto sull’ambiente.
Tuttavia pochi giorni fa la poppa della nave spezzata in due si è arenata a 21 metri di profondità. Magra consolazione il fatto che parte del combustibile si sia consumato già durante il rogo dell’incendio. Tutto il resto sta compromettendo l’ecosistema. L’acqua intorno al relitto ha cambiato colore. I pescatori hanno dovuto interrompere le attività di pesca. Lo stato annuncia un’inchiesta per ottenere risarcimenti. Uomini e donne sono al lavoro sulle spiagge di Negombotra le più rinomate del Paese.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia