(ASI) I dati ufficiali per quanto riguarda la fertilità in Italia, sono negativi. Dopo l’avvento del Covid19 la tendenza sembra rimasta quella degli anni precedenti, registrando meno nascite su tutto il territorio Nazionale.
Si esita sempre di più a far nascere nuovi figli, e questo processo non fa che aumentare negli anni. Si può parlare di emergenza Nazionale. Per la prima volta l’anno scorso le nascite erano quasi la metà dei decessi. Sono state 404.104 le prime, 746.146 i secondi. Esaminando bene i dati potrebbe emergere che, per la prima volta in Italia la popolazione è scesa sotto i sessanta milioni. L’Istat, Istituto Nazionale di Statistica non ha ancora pubblicato i dati finali e complessivi. Ma le schede di dimissione ospedaliera per maternità raccolte su base statistica sul territorio del nostro Paese non lasciano dubbi. Il 2020 è stato il dodicesimo anno consecutivo di calo delle nascite, meno 3,8% sul 2019.
Abbiamo dunque toccato un margine negativo che si attesta sul 30% in meno ai livelli della crisi finanziaria del 2008 e del 60% sotto al picco di oltre un milione di nascite registrato all’apice dell’ esplosione demografica, per inglesismo : Baby Boom. Il termine sta a significare un aumento delle nascite verificatosi dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Le date variano a seconda dei Paesi : negli Stati Uniti viene identificato nel periodo 1946-1964 e i nati in quegli anni sono definiti boomer. In Italia l’aumento delle nascite iniziò più tardi ed il picco venne raggiunto nel 1964.
Tuttavia ad oggi, mai in Italia erano venuti al mondo così pochi figli. La discesa di meno di quattrocentomila unità prevista dagli scienziati per il prossimo decennio sembra probabile. I dati sottolineano un’altra realtà quella della pandemia. Gli Italiani hanno rinunciato, sempre secondo le statistiche, ancora più di prima a cercare di avere un figlio. I nati di novembre, riferiti in gran parte ai concepimenti di febbraio, sono in calo del 6,3 % sull’anno precedente nel 2019. I nati di dicembre, nella prima parte del periodo di confinamento sono in calo del 10,3% rispetto allo stesso mese di un anno prima.
Controllando e confrontando le stimealla fine del 2020 nel nostro Paese sono venuti al mondo 986 bambini al giorno, quando erano oltre 1500 nel 2011. “Iqvia”, una società di analisi del mercato farmaceutico, aveva registrato a marzo scorso un’impennata dell’11% delle vendite in farmacia della pillola anti-concezionale ordinaria. La parola “gravidanza” stando ad un analisi di Google Trends sulla Rete Informatica, sembra la meno cercata, e ha toccato il punto più basso dal dicembre del 2008, anno dell’altra crisi finanziaria e sociale. Li furono i dati dell’ISTAT a far luce sul calo demografico.
A settembre 2009 le nascite furono del 4% in meno rispetto al mese dell’anno prima. Uno studio condotto dalla ricercatrice Giulia Ferrari dell’ Institutnational d’etudesdemographiquesdi Parigi mostra che in tutta l’Europa durante i periodi di confinamento , sono crollate le ricerche sulle piattaforme digitali per quanto riguarda : test di gravidanza e pillole di emergenza. Gian Carlo Blangiardo, il Presidente dell’Istat sottolinea da tempo la gravità della crisi demografica : “Temo che in parecchi casi il rinvio al concepimento possa diventare rinuncia, specie se si parla di secondo o terzo figlio”.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia