(ASI) Non sapremo mai con certezza chi sia nato prima tra l’uovo o la gallina, quel che è noto è l’anno di nascita, o meglio, di rinascita, del nuovo galletto barese.
Aurelio De Laurentiis, esattamente quattordici anni dopo l’acquisto del Napoli, ha deciso di far tornare il vecchio Bari nell’Olimpo del calcio italiano. Per farlo, così come capitato alla società partenopea, è ripartito dal basso, non dalla Lega Pro, ma ancor più giù, dalle paludi dei dilettanti.
Bisogna volare in alto, questo il motto. Il galletto, è risaputo, vola, certo, ma ha bisogno di soste perché per costituzione ama le brevi distanze. Lo scrittore Fabrizio Caramagna, a proposito del gallo, specifica i pericoli che attendono il coriaceo pennuto in cima ad un tetto. Questo perché il vento non è metodico come l’alba.
Anche per questo, per evitare rapidi ed inattesi cambi di direzione, e raggiungere rapidamente la serie A, De Laurentiis ha affidato la panchina ad un “Condor”, abituato a volare anche per lunghi tragitti, e resistente alle folate di vento.
Giuste attese, dunque, questo si augurano i tifosi biancorossi, che hanno voglia di tornare ad ammirare sfide epiche contro avversari come Juventus, Milan, Roma e Napoli. Nel frattempo hanno incitato la squadra, come sempre fanno, supportando i loro beniamini contro il malcapitato Locri.
Dati importanti giungono dal numero degli abbonati, 7.680. Alla gara contro il Locri hanno assistito poco più di 10.000 spettatori. Numeri da sogno per una piazza di serie A prestata al calcio dilettantistico. Calciatori come Di Cesare, Floriano, Bolzoni e Brienza militerebbero alla grande anche in serie B, Pozzebon, Simeri, Cacioli e Neglia rappresentano un lusso per la categoria.
Un plauso lo meritano Giovanni Cornacchini, “Jo Condor” ed il suo staff, bravi nella gestione delle pressioni di una piazza famelica di successo.
A tanti sembrerà facile vincere con questa rosa, ma come avrete capito, è pura e semplice apparenza. Vincere è sempre complicato, è arduo ed impegnativo, dalla D alla A, soprattutto quando le avversarie attendono la sfida contro il Bari come la partita della vita.
Cosa dovrà fare il galletto per raggiungere la Lega Pro? Continuare su questa strada, alzando la cresta contro gli avversari che incrocerà durante il proprio cammino.
A proposito, la prossima partita vedrà il Bari impegnato in quel di Acireale. Il nome deriva dalla mitologia greca. Vi abitava un pastore di nome Aci che si innamorò della ninfa Galatea, amata a sua volta dal ciclope Polifemo.
Quest’ultimo, colto da gelosia, uccise il rivale schiacciandolo con un masso. Ebbene, ci risulta, che i calciatori dell’Acireale si travestiranno da ciclopi per impensierire gli avversari, innamorati come loro della vittoria. A quanto ci risulta i biancorossi non diranno, così come fece il prode Ulisse, di chiamarsi “Nessuno”. Urleranno a voce alta il nome della squadra.
Ma ricordate, miei cari lettori, le notizie sono di prima mano, molto ufficiose. Restino tra noi, confidenziali, quindi: zitti, zitti…
Raffaele Garinella- Agenzia Stampa Italia