(ASI) Modena – Nei giorni di sabato 26 e domenica 27 maggio si è tenuto a Modena, presso il circolo culturale identitario “La Terra dei Padri”, il Festival dell’Editoria NON Conforme

Durante tale evento si sono tenute diverse conferenze. Si è parlato della crisi in Siria e nella Palestina all’interno della conferenza Gli eroi di Gaza e i leoni di Damasco presieduta dal giornalista siriano Ouday Ramadan e dal Segretario politico dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, Taysir Abou Baker, intervenuto in videochiamata. Nella conferenza La Dittatura bancaria: dominio psichico e monetario, presieduta dall’avvocato Marco Della Luna e da Marco Francesco De Marco, è stato spiegato cos’è il signoraggio monetario e il dominio psichico-politico che esiste – secondo i conferenzieri – dietro esso. E’ stato trattato l’energico ritorno sulla scena mondiale della Russia e del suo intervento militare in Siria, nella conferenza Russia e Siria, scenari di guerra tenuta dalla redazione della casa editrici Controcorrente e dagli esperti in geopolitica Paolo Borgognone e Filippo Romeo.  

Nella due giorni, inoltre, è stato presentato il progetto Revolvere - Federazione Identitaria. Un’iniziativa che è al medesimo tempo una federazione di movimenti culturali e un’associazione di case editrici nazionalpopolari e identitarie, che ha come obbiettivo di promuovere la cultura “non conforme” e identitaria puntando a dare vita ad una nuova visione del mondo.

Al termine del Festival il Responsabile de La Terra dei Padri, Fabio De Maio, ha gentilmente rilasciato un’intervista ad Agenzia Stampa Italia, spiegando cos’è e di cosa si occupa il circolo identitario di Modena, il perché del Festival dell’Editoria NON Conforme, annunciando il prossimo evento del circolo Verità Vo’ Cercando: l’altro Festival che si terrà nella seconda metà di settembre, e infine fornendoci la sua versione sul perché La Terra dei Padri sia stata oggetto di attacchi, anche estremamente violenti, in tutti i suoi due anni di esistenza nel capoluogo emiliano.

 

De Maio, che cos’è La Terra dei Padri e quali sono le tematiche di cui si occupa?

Fabio De Maio: «La Terra dei Padri è un sodalizio di matrice identitaria e sovranista nato dalla buona volontà di un piccolo gruppo di orfani del pensiero libero, che nella nostra città, Modena, era stato accantonato in nome del pensiero unico.

L’obbiettivo era di diventare un cenacolo di discussione e proposta aperto a tutte le componenti che non si riconoscono nell’establishment che ci governa dal dopoguerra: un obbiettivo raggiunto in pieno dopo nemmeno due anni di vita.

Ci occupiamo dunque di pensiero critico, dalla metapolitica alla geopolitica, alla filosofia, dall’economia alla storia, dalla religione al costume, senza barriere preconcette e, soprattutto, senza filtri.

Lo strumento sono conferenze con personaggi di levatura nazionale “politicamente scorretti”,  presentazione di nuovi saggi, iniziative di diffusione libraria, concerti di musica dal vivo e proiezioni di film e docufilm».

 

Molti vi accusano di essere dei nostalgici del Ventennio, ma la stragrande maggioranza delle vostre iniziative, conferenze, dibattiti, hanno sempre per oggetto temi di grande attualità. Come la geopolitica e gli scenari internazionali, l’economia e la questione monetaria. E seppur dichiarandovi appartenenti alla “Destra identitaria”, spesso avete invitato studiosi e uomini di cultura non appartenenti al vostro posizionamento politico, come il filosofo Diego Fusaro. Dunque l’attualità e la libertà di parola che vige da voi sembrano essere la forza de La Terra dei Padri, vero? Inoltre, perché ritenete di principale importanza la geopolitica e la sovranità monetaria?

Fabio De Maio: «Lo spirito che ci anima è la risposta al desiderio di libertà di parola, d’azione, di ragionamento e di pensiero che contraddistingue il nostro fare sin da quando abbiamo deciso di nascere.

Una cifra di questo impegno la vedrete ribadire a breve: La Terra dei Padri dedicherà infatti tre giorni di settembre, venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 all’iniziativa “Verità vo’ cercando ….” Che, in contemporanea al Festival internazionale della filosofia di Modena, offrirà un nuovo spazio di riflessione e dibattito a noti personaggi controcorrente del panorama nazionale sul tema libertà di pensiero/verità, un binomio che affonda le sue radici nel fiore della nostra tradizione europea.

Quanto alla geopolitica e alla sovranità monetaria, sono i due grandi filoni di approfondimento che ci consentono di ricucire la nostra visione del mondo con la realtà odierna, corroborando le argomentazioni per una rinascita identitaria del nostro disorientato e distratto popolo italiano».

 

Spesso viene detto che la cultura non trovi casa nell’ambiente nazionalpopolare e identitario, ma il vostro esempio smentisce, per l’ennesima volta, questa tesi. Infatti alla fine di maggio scorso nel vostro circolo si è tenuto il secondo “Festival dell’Editoria NON Conforme”, dove si è potuto assistere ad interessanti conferenze e dove erano presenti gli stand di diverse case editrici – come dite voi “non conformi” – con moltissimi libri per ognuna di esse. Che senso ha per voi la cultura e perché avete ritenuto necessario l’organizzazione del Festival dell’Editoria NON Conforme?

                         

Fabio De Maio: «Tredici case editrici, trecento persone coinvolte e centinata di titoli “politicamente scorretti” di geopolitica, filosofia, storia, antropologia, scienze, economia, narrativa; questo è stata la seconda edizione del “Festival dell’Editoria Non Conforme”. L’incontro, a dispetto di chi parla a vanvera di non cultura a destra, ha visto la nascita di una vera e propria Federazione di editori di area, promossa da Marina Simeone, Presidente di Revolvere - Federazione Identitaria, tra le case editrici Settimo Sigillo, Controcorrente, Eclettica, Novantico, I Libri del Graal, Passaggio al Bosco, Arianna, Aga, Le Frecce, Ritter, Nexus, Sodalitium, Fergen, tutte peraltro presenti a Modena con il loro stand per l’occasione.

Il senso di questo Festival è dunque nella qualità e nei numeri dei partecipanti e negli attestati di stima e richieste di nuove repliche che abbiamo ricevuto».

 

Verso La Terra dei Padri, fin dalla sua fondazione, spesso vi è stato un clima d’ostracismo. Più volte alcune organizzazioni, in nome della “democrazia” e dell’”antifascismo”, hanno chiesto la chiusura del circolo. Avete subito accuse di xenofobia, nostalgismo, siete stati bollati come “violenti”, ma l’unica violenza che si è registrata è stata quella contro di voi. Infatti a maggio del 2017, La Terra dei Padri è stata vittima di un attentato incendiario. Perché esiste questa repulsione verso di voi?

Fabio De Maio: «La notte del 24 maggio 2017, dopo una nostra conferenza sulle verità nascoste delle stragi partigiane, mani ignote hanno lanciato una molotov dentro i locali che ospitano il Circolo mandandolo quasi completamente distrutto. E’ facile immaginare chi sia stato, ma le indagini si sono chiuse dopo un anno e mezzo scagionando i due sospetti per insufficienza di prove.

Da subito ci siamo rimboccati le maniche e messo mano al portafogli e abbiamo rimesso in piedi il circolo in tre mesi, ripartendo più motivati di prima: speravano di ammazzarci nella culla, ma invece ci hanno rafforzato.

Del resto queste sgangherate frange dell’”antifascismo sempre e comunque” sono ormai alla frutta e sanno solo spaccare e urlare. Sono la manovalanza del mondialismo sorosiano e dell’invasione programmata, senza rendersene conto (a parte i capi, prezzolati). Ottusamente s’imbevono del melting pot, di teorie gender, dell’indefinito religioso/etnico/sessuale, credendo di essere le mosche cocchiere delle avanguardie mentre sono solo i prossimi destinatari ignavi delle politiche del grande capitale che ci vuole tutti consumatori indistinti e compranti».

Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia

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