Esclusiva ASI. Risk Manger Coach e Master Practitioner, Dottor Diego Coco, illustra l'importanza del Mental Coach

coco1 (ASI) Il Dottor Diego Coco ha destinato la propria vita al mondo della tutela, prima pubblica e poi privata. Convinto assertore del fatto che la sicurezza nasca nella mente dei soggetti protetti, comincia a promuovere l’educazione e la formazione come efficace strumento di tutela.  

Fonda così l’Accademia Europea Tutela Privata, ispirata alle più storiche tradizioni delle Accademie Militari e al rispetto dei valori di libertà, etica, solidarietà, disciplina, coraggio e giustizia.  Fonda così l’Accademia Europea Tutela Privata, ispirata alle più storiche tradizioni delle Accademie Militari e al rispetto dei valori di libertà, etica, solidarietà, disciplina, coraggio e giustizia.

Nel 2013 ha creato e brevettato la piattaforma “Ulisse” per la gestione dell’intelligence aziendale e la condivisione di dati strategici, adoperata per la condivisione dei dati dai più importanti grandi gruppi aziendali. Oggi è un Risk Manger Coach e Master Practitioner in Programmazione Neuro Linguistica; presta la propria consulenza per attività sia istituzionali che aziendali, sia in Italia che all’estero. Attivo nel sociale, sostiene e promuove da anni numerosi progetti a sostegno delle disabilità e della tutela dei minori, fornendo il proprio contributo sia economico che come coach professionista. Abbiamo affrontato con un esperto del calibro del Dottor Coco l’importanza della figura del Mental Coach, i problemi che un atleta potrebbe affrontare durante il proprio percorso sportivo e la corretta gestione degli stessi.

 

Dottor Coco, secondo numerosi studi, autostima, motivazione, concentrazione e gestione dello stress possono realmente fare la differenza nelle prestazioni dell’atleta. Possiamo dunque affermare che la figura del Mental Coach è fondamentale nell’aumentare la concentrazione sugli obiettivi da raggiungere?

La figura del Mental Coach è fondamentale e sempre più indispensabile sia per aumentare la concentrazione sugli obiettivi da raggiungere, ma ancor più per riuscire ad identificare in modo certo gli stessi obiettivi. Un obiettivo è definito completo quando presenta scadenze e quando è sotto la responsabilità del soggetto stesso, senza dipendere da fattori esterni. Un obiettivo da raggiungere dovrà inoltre essere sostenibili ed ecologico. Un Mental Coach educa a comprendere le priorità del momento, e che spesso decidere coincide con recidere.

 

Numerosi atleti si sono rivolti ad un Mental Coach. Quali sono gli argomenti che si affrontano con gli atleti?

Nello sport sono molteplici gli argomenti che si affrontano, e variano in funzione dell’ambizione e della preoccupazione dell’atleta. Un atleta che si trova in un determinato punto, che potremmo definire “Punto A” dovrà comprendere quale passo successivo vorrà raggiungere, che potremmo definire “ Punto B”. Una volta compreso il punto di arrivo, il Mental Coach aiuterà l’atleta nella realizzazione di prestazioni eccezionali e straordinarie, anche in condizioni esasperate. Aiuterà l’atleta ad allenare le proprie potenzialità, ciò di cui è naturalmente capace di realizzare.

 

Passando al calcio, lo sport più popolare nel nostro Paese, quanto potrebbe risultare determinante, ai fini dei risultati di squadra, la figura del Mental Coach?

Il calcio è uno sport collettivo che, dal mio punto di vista, ha necessità maggiori di coaching. Bisognerà essere maggiormente resilienti verso un tifo che talvolta, appare brusco, entra a gamba tesa, oppure verso una stampa esigente , verso un management della squadra stessa che pone l’atleta di fronte a valutazioni di mercato che variano notevolmente aumentando le preoccupazioni dell’atleta, oltre al mantenimento dei ruoli, fare in modo che i soggetti si sentano tutti importanti per la vittoria di squadra.

 

 

Ritiene che la figura del Mental Coach possa entrare in contrasto con quella dell’allenatore?

Alcuni allenatori non permettono ai propri calciatori di usufruire di tale sostegno. Sicuramente il Mental Coach non è in contrasto con la figura dell’allenatore ma è l’amplificatore, l’acceleratore di quello che lo stesso allenatore potrebbe ottenere dall’atleta. E’ anche, per certi aspetti, il grillo parlante dell’allenatore, che ascolta l’atleta per comprenderne le preoccupazioni ed ambizioni e cooperare con l’allenatore per scegliere la migliore strategia nel rispetto della riservatezza dei dati personali. Allenatore e Mental Coach possono lavorare insieme per ottenere i migliori risultati sia da un punto di vista mentale che tecnico.

 

La gestione della preparazione di un atleta professionista è articolata in quattro fasi: tecnica, tattica, fisica e mentale. Un’ottima preparazione fisica, tecnico-tattica, senza una adeguata preparazione mentale difficilmente porterebbe alla vittoria. E’ d’accordo?

La preparazione fisica, tecnica e tattica sono essenziali ma dobbiamo estendere il concetto di vittoria all’armonia del soggetto con essa, alla condivisione con la squadra. Un soggetto con notevoli potenzialità mentale potrà raggiungere eccellenti risultati anche senza notevoli doti tecniche. La componente mentale fa la differenza, perchè perché tecnica o tattica possono venire meno. E’ la componente mentale a rendere resiliente un soggetto.

 

Secondo il suo punto di vista, quale categoria di atleti necessiterebbe del supporto di un Mental Coach?

Non esiste una categoria di atleti con maggiori necessità di Mental Coach. E’ utile per ogni atleta in ogni disciplina sportiva. In uno sport di squadra è fondamentale per gestire alcune interferenze tipiche dell’aspetto collegiale.

 

Un’ultima domanda: perché una squadra di calcio, oggi, dovrebbe investire nella figura del Mental Coach?

Un soggetto deve essere allenato ad avere queste famose condizioni eccellenti anche in situazioni esasperate. Per poterlo fare dovrà allenarsi seguendo lo staff tecnico ma indubbiamente l’aspetto mentale può sopperire ad una carenza tecnico tattica e può espandere le doti importanti possedute. Il management di una squadra dovrebbe dotarsi di un Mental Coach per accertarsi che mentalmente i propri atleti siano contenti di lavorare, di operare, di giocare e rappresentare una determinata squadra. E’ molto importante il senso di appartenenza. In uno sport collegiale bisogna riconoscere i giusti ruoli per rispondere alle interferenze che sopraggiungono in modo difforme. Abbiamo atleti di età differente, di differenti culture, di Nazioni diverse. Bisogna rapportarsi con chi ha la “saudade”, chi vuole rendere ricca la propria famiglia e ripagarla dei numerosi sacrifici, chi ha speso tempo nell’accompagnare l’atleta agli allenamenti, come ad esempio la mamma di Francesco Totti dall’Appio a Trigoria. Le preoccupazioni sono tante e dotarsi della figura del Mental Coach abile ad intercettare le interferenze difformi prima che le stesse cagionino un calo di rendimento, un blocco con conseguente riduzione dell’autostima, è determinante. Bisognerebbe cominciare a lavorare partendo dai settori giovanili. Gli elementi dei nostri vivai, se allenati mentalmente durante la fase adolescenziale potrebbero limare oppure plasmare la struttura di personalità in base alla caratura, per essere pronti e preparati ad affrontare un pubblico più ampio, una categoria superiore. Durante questa fase la mente è maggiormente predisposta al cambiamento. L’allenatore, visto come un secondo padre, potrebbe collaborare con il Mental Coach, un fratello maggiore per lo stesso atleta.

 

Ettore Bertolini e Raffaele Garinella - Agenzia Stampa Italia

 

*Nota

Per comprendere meglio e più in dettaglio l'importanza dell'argomento ed il prestigioso personaggio intervistato, segnaliamo due interessanti inziative editoriali del Dr. Diego Coco.

Il Libro: "Difendere a prescindere"  Editore: Paesi Edizioni

è un saggio uscito a maggio del 2018 di 108 pagine, frutto degli oltre vent’anni dell'esperienza del Dr. Diego Coco alla guida di militari, manager, sportivi, allievi in cui ho voluto sintetizzare, schematizzare e semplificare per te concetti utili a tutti coloro i quali, per missione o status sociale, si trovano nella condizione di proteggere qualcuno o qualcosa di prezioso. Una  guida per capire quale sia la decisione giusta da prendere ed ancor più come comunicare in modo ecologico ossia senza impattare sulla percezione di libertà e di sicurezza dell’interlocutore, sviluppando quella dote di leadership necessaria appunto a chiunque voglia o debba proteggere un soggetto.

Difendere a prescindere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La rivista  RISKIOZERO

Un progetto editoriale che si pone due obiettivi fondamentali: fornire risposte certe alla sempre più attuale necessità di stare al passo con la continua metamorfosi sociale, e ricevere aggiornamenti non solo sui rischi e le minacce che incombono sulla società odierna ma anche sulle strategie, gli approcci e le tecnologie a difesa del bene collettivo.

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