(ASI) Modena – Nei giorni di sabato 26 e domenica 27 maggio si è tenuto a Modena, presso il circolo culturale identitario “La Terra dei Padri”, il Festival dell’Editoria NON Conforme.
Durante tale evento si sono tenute diverse conferenze inerenti a temi di politica, geopolitica, signoraggio monetario, e agli scenari di guerra in Siria e Palestina.
Alla due giorni ha partecipato anche il giornalista siriano Ouday Ramadan, il quale ha tenuto una conferenza dal titolo Gli eroi di Gaza e i leoni di Damasco. Durante il dibattito è intervenuto, in videochiamata, il Segretario politico dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, Taysir Abou Baker. Al termine della conferenza Ouday Ramadan ha rilasciato, gentilmente, un’intervista ad Agenzia Stampa Italia.
Dottor Ramadan, dopo lo spostamento dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme e la reazione del popolo palestinese, che rivendica la città di Gerusalemme come capitale della Palestina, che cosa sta succedendo ora sulla Striscia di Gaza?
Ouday Ramadan: «Sinceramente quello che è sempre accaduto da 70 anni. Il popolo palestinese è in continua lotta per affermare i suoi diritti: il diritto all’autodeterminazione, il diritto al ritorno dei 4 – 5 milioni di profughi palestinesi nella Palestina occupata. Una frase per descrivere tutto questo è “la lotta continua”. La lotta del popolo palestinese – che ha subito deportazioni negli Stati limitrofi nel lontano 1948 – continuerà sempre.
La decisione di Donald Trump non è altro che un tentativo volto a liquidare definitivamente la causa palestinese. Ma purtroppo per loro, la causa palestinese non può essere liquidata perché è la causa di ogni uomo libero di questo globo. La Palestina, Gerusalemme, non appartengono solo ai palestinesi, ma appartengono ai credenti delle tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo, Islam. La mossa di Trump sicuramente non potrà mettere fine alla causa palestinese, perché i palestinesi sono 70 anni che lottano e continuano a lottare come, durante la conferenza, ha tenuto a dire l’esponente dell’OLP. I palestinesi non saranno mai sconfitti di fronte questa causa».
Perché reputa che ci sia una connessione tra la guerra in Palestina e la guerra in Sira?
Ouday Ramadan: «Non è una questione di reputazione, ma una questione di dati di fatto. La Siria è l’unico Stato arabo al mondo che ha dato appoggio alla causa palestinese. La Siria oggi paga il dazio di questo appoggio, gli è stato occupato il Golan a causa di ciò, ha combattuto quattro guerre per la Palestina e continuerà a combattere per essa. E’ normale che le pedine del complotto, che noi stiamo vedendo in Siria, vengano mosse dalla grande finanza dell’iper-capitalismo, rappresentato dallo “Stato Sionista” che detiene il monopolio delle multinazionali attraverso gli Stati Uniti d’America. Non è una considerazione ma un dato di fatto, lo dimostra anche il sud della Sira dove i così detti “ribelli moderati” – i “taglia gola” – in una fascia di trenta chilometri al confine siriano godono e usano l’appoggio israeliano sul campo. Più di diecimila feriti, dei ribelli che hanno combattuto contro il legittimo Governo siriano di Damasco, sono stati curati negli ospedali dell’”Entità Sionista”. Non lo dice Ouday Ramadan, lo dimostrano i filmati che lo stesso Benjamin Netanyahu si è recato a fargli visita in questi ospedali. Quindi è normale affermare che il complotto contro la Siria sia architettato per indebolire una roccaforte per la causa palestinese, come è sempre stata la Siria laica e socialista».
Come giudica il richiamo alla pace tra le parti espresso dai vertici dell’Unione Europea?
Ouday Ramadan: «I vertici dell’Unione Europea mi fanno ridere. Come ho dichiarato durante la conferenza, questo appello alla pace tra palestinesi e israeliani è falso. E’ come fare appello a un pedofilo che sta stuprando un bambino, dicendo al bambino di stare calmo di fronte alla violenza subita. Come si fa a mettere su due piani, come dice Federica Mogherini, il popolo palestinese e l’”Entità Sionista” occupante? Questa Entità detiene 265 teste nucleari, detiene uno degli eserciti più addestrati al mondo, mentre il palestinese – cacciato dalla propria casa – detiene solamente la pietra: lo abbiamo visto in questi anni nell’Intifada delle pietre, il bambino che combatte il carro armato più sofisticato che esiste sulla faccia della terra. Dunque tali appelli rappresentano l’ipocrisia della Comunità Europea – della Comunità e non dei popoli europei. Essi sono ben distinti. La Comunità Europea è quella dei banchieri che si trovano in Germania o in Francia, di quei ragionieri che sono al comando di chi oggi detiene le redini del mondo che sono gli Stati Uniti d’America e, attraverso loro, la “lobby sionista”. Come ho detto quest’appello è di una falsità immane. Sempre durante la conferenza, per analogia ho domandato: «Come i rivoltosi armati fino ai denti in Siria sono ribelli moderati, sono pacifici e hanno il diritto a lottare, mentre il popolo palestinese che detiene solamente la pietra è un popolo terrorista e va massacrato?». Questa è la falsità dei vertici della Comunità Europea. Una volta per sempre bisogna dire ai popoli europei la verità, che credo tutto sommato essi sappiano da che parte sta la verità».
Le ultime due domande. Come sta proseguendo la lotta dello Stato siriano contro l’ISIS? Come spiega la grande disponibilità di armi che avevano i miliziani dello Stato islamico?
Ouday Ramadan: «La guerra in Siria sta volgendo a termine. Negli ultimi due mesi abbiamo assistito alla totale bonifica di Damasco capitale dello Stato siriano. Oggi a Damasco si può girare tranquilli senza paura delle autobombe e dei colpi dei mortai. La stragrande maggioranza del territorio siriano è stata liberata. Rimangono due aree nelle quali sono confinati i terroristi, ovvero l’area al sud della Siria – che è anche quella che confina con l’”Entità Sionista” occupante – e l’area al nord che confina con la terra del neo-ottomano Recep Tayyip Erdoğan, quest’ultima è un’area dove vi è un alto concentramento di questi terroristi. Sicuramente ci sarà una battaglia finale in questi due luoghi, o altrimenti se non ci sarà la battaglia vedremo dove i mandanti di questi terroristi decideranno di dislocarli in un altro Stato – per detta loro “canaglia” – da destabilizzare.
Per quanto riguarda lo spiegamento delle forze, delle armi, della tecnologia in mano ai miliziani jihadisti, credo che sia noto a tutti che l’ISIS o il Fronte al-Nuṣra sono stati finanziati dai Paesi del Golfo. L’Arabia Saudita ha finanziato l’ISIS e il Qàtar ha finanziato il Fronte al-Nuṣra. Se in politica vale la questione matematica, uno più uno fa due, vediamo chi sta dietro l’Arabia Saudita e il Qàtar. L’ultimo che ha battuto cassa nell’Arabia Saudita è stato il signor Trump, dove ha spillato 600miliardi di dollari agli sceicchi di quello Stato, e dove lui ha dichiarato che la continuità di queste monarchie nel Golfo la si deve agli USA e che queste monarchie devono pagare proprio la tassa per il loro mantenimento. Non è uno scandalo dire che l’ISIS è stata appoggiata dagli Stati Uniti d’America, non lo dice Ouday Ramadan, ma l’ha affermato la candidata alle presidenziali americane (si fa riferimento ad Hillary Clinton, candidata del Democratic Party nelle elezioni presidenziali di novembre 2016; n.d.r.) di fronte alla commissione del Congresso USA, essa ha dichiarato che sono stati gli Stati Uniti ha finanziare in primis i Talebani, dopo di che Al-Qāʿida, dopo di che Boko Haram, e infine lo Stato islamico dell’ISIS. Visto che inoltre lo dicono gli americani, è quindi noto a tutti che essi abbiano appoggiato tutte queste organizzazioni».
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia
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