Rapporto 2017-2018 di Amnesty International: in Italia odio e xenofobia da parte del centro-destra

amnesty international(ASI) Roma - L’organizzazione Amnesty International, in occasione della presentazione a Roma del suo Rapporto 2017-2018 sulla situazione dei diritti umani di 159 Stati del mondo, ha parlato del clima di tensione che si è diffuso da qualche anno a questa parte nella nostra penisola, aumentato soprattutto durante il periodo elettorale.

Secondo questo resoconto, l’Italia sarebbe intrisa di odio, razzismo, xenofobia e di paura ingiustificata dell'altro. Questa ostilità non riguarderebbe solo i migranti, ma anche rom, persone omosessuali e transgender, diffusa anche in Paesi come Stati Uniti e Russia. Ma anche limitazioni riguardo alla libertà di stampa e di parola come accade in Turchia ed Egitto e le questioni sui crimini di guerra e contro l’umanità, come avviene in Siria, Yemen o in Iraq.

Le parole del Presidente di Amnesty International Antonio Marchesi sulla questione sono molto dure: “Il 2017 è un anno nero per i diritti umani. Il discorso d’odio che avvelena la vita pubblica e la convivenza civile, in parecchi Paesi porta a veri e propri crimini, motivati da sentimenti di ostilità contro gli appartenenti a determinate categorie di persone che sono per lo più le classi vulnerabili, strumentalmente utilizzate come problemi o minacce da eliminare. C’è una certa continuità rispetto alla retorica divisiva, da noi denunciata già lo scorso anno; questa sta dando i loro frutti al punto che esiste il rischio concreto di una discriminazione massiccia nei confronti di determinati gruppi di soggetti minoritari e marginalizzati”.

Interviene anche Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia: “In questa campagna elettorale ci aspettavamo un’ondata di odio e così è avvenuto; è limitata ad alcuni partiti ed è fortemente concentrata nei partiti di Lega Nord, Fratelli d’Italia, Forza Italia e qualche caso isolato anche nel Movimento 5 Stelle. Alcune forze politiche lo usano perché credono di creare così un forte consenso elettorale; ma quale consenso e su quale spirito di cittadinanza? In questo modo non si disegna di certo una politica italiana aperta e democratica ma chiusa e disfattista, che eliminerà quei diritti che sono alla base del nostro Paese. Tutte le dichiarazioni fatte da questi politici parlano a sproposito di criminalità, con dati economici e numeri sui migranti completamente inventati; si parla anche di sostituzione etnica e del fatto che si tolgono soldi ai pensionati per darli ai migranti creando così ostilità nei confronti della migrazione. Il tutto è però fondato solo su pregiudizi e non sui fatti. Dai politici ci aspettiamo non odio ma senso di responsabilità”.

Anche in un’altra occasione, il leader del Carroccio era stato accusato dai suoi avversari politici di seminare con le sue parole odio e razzismo come nel caso di Macerata quando lo scorso 3 Febbraio, Luca Traini aveva iniziato a sparare per le strade, ferendo 6 migranti di colore per vendicare, a suo dire, l’omicidio di Pamela di pochi giorni prima. La risposta del leader della Lega, Matteo Salvini non si fa attendere: “Voglio riportare in Italia tranquillità, rispetto delle regole e dignità del lavoro. Nessuna violenza, nessuna xenofobia, nessun razzismo. Un'immigrazione limitata e controllata garantirà una conviveva serena e pacifica. Per questo ho chiesto un incontro ai rappresentanti di Amnesty International per spiegar loro quel che la Lega è e fa dove governa per garantire diritti di tutti. Spero di poter avere quest'incontro già nelle prossime ore".

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

 

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