(ASI) Abruzzo – Come abbiamo già scritto, l'arte nella lavorazione del ferro battuto ha origine nel periodo protostorico, ed in particolar modo nell'Età del Ferro che in Italia è coincisa col I millennio a.C, allorché gli Etruschi esportarono fra i popoli italici (compresi quelli abruzzesi ovviamente) i minerali di ferro, i primi manufatti e le tecniche di forgiatura e di modellatura.
Dunque, quest'arte ha avuto nel tempo notevole importanza nell'ambito dello sviluppo socio – economico regionale, da prima ha rivoluzionato l'economia, fornendo alla popolazione adeguati strumenti per praticare l'agricoltura, trasformando popolazioni seminomadi in sedentarie; poi successivamente ha contribuito anche ad armare con armi moderne da taglio le popolazione dell'Appennino Centrale che costituendosi in lega guidata dai Romani, sono diventati una poderosa macchina da guerra, trionfando in tutto il Mediterraneo.
Inoltre, dal Medioevo e fino agli inizi del Novecento, il ferro battuto è stato la materia prima per la realizzazione di suppellettili della casa come cancelli, lampadari e testiere dei letti.
A partire dal Rinascimento, e ancora di più fra Settecento ed Ottocento, fino ai giorni nostri, con il sempre maggiore incremento dello sviluppo tecnico e della lavorazione dell'acciaio, in particolare con l'avvento della saldatrice, il ferro battuto è stato utilizzato, in virtù della sua facile modellatura, sempre più come elemento per la creazione di opere d'arte, come statue di persone, animali, oggetti anche molto elaborati e complessi da realizzare.
A consolidare la trasformazione della lavorazione del ferro battuto, da mera attività artigiana per la costruzione di armi da taglio e di utensili da lavoro, ad attività artistica, hanno contribuito sicuramente maestri provenienti dal Nord (Lombardia e Toscana soprattutto, perché lì sono presenti degli importanti giacimenti) che hanno affinato le tecniche di lavorazione tradizionali fra Cinquecento e Settecento. Poi la tecnologia e lo sviluppo delle comunicazioni nel corso del Novecento ha fatto il resto, trasformando alcune botteghe artigiane in vere e proprie aziende che esportano anche all'estero.
Visitando i centri urbani abruzzesi, ci si può facilmente rendere conto del risultato del lavoro secolare dei mastri ferrai e dei maestri dell'arte: cancellate, lampade, e ringhiere sono presenti non solo nei centri storici delle città, ma, soprattutto, negli antichi borghi in pietra, dove sopravvivono ancora delle botteghe artigiane come una volta, dove i fabbri forgiano il metallo ad alte temperature e battendo il ferro gli danno una forma animata o di fantasia.
L'epicentro della lavorazione del ferro battuto in Abruzzo è sicuramente la zona del massiccio della Maiella, anche se ci sono centri che se ne occupano anche sul Gran Sasso.
Se Pescocostanzo (Aq) è la capitale dell'arte del ferro battuto per la Maiella Occidentale, Guardiagrele (Ch), lo è per la Maiella Orientale.
A Pescocostanzo c'è una delle più importanti opere frutto dell'abilità raggiunta dai maestri del ferro battutto abruzzesi: il maestoso cancello della Cappella del Sacramento nella Basilica di Santa Maria del Colle. L'opera, con figure di animali, umane e angeliche, è stata iniziata dall'artista pescolano Sante Di Rocco e terminata da suo nipote Ilario Di Rocco.
Probabilmente, i due artisti hanno un cognome con origine legata alle popolazioni romanì che a partire dalla fine del XIV – XV secolo sono state maestre nella lavorazion
e del ferro in Europa.
Ogni anno, a Guardiagrele, in agosto, si svolge la mostra – mercato dell'artigianato artistico che raccoglie produzioni di ferro battuto provenienti anche da tutti gli altri centri specializzati nel campo.
In Abruzzo, i centri più attivi sono: Guardiagrele, Casoli, Manoppello (Maiella Nord – Orientale); Pescocostanzo (Maiella Sud – Occidentale) e nell'area del Gran Sasso una particolare citazione va a Penna S.Andrea, Basciano e Cermignano.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia