(ASI) I residuati del regime saddamista e fondamentalisti islamici di matrice sunnita, ha scatenato con ferocia e determinazione un altro attacco al cuore dell’Europa.
L’Isis dispone di una sua rete internazionale di migliaia di volontari provenienti da Europa e resto del mondo per colpire a fondo ovunque, seminando il terrore in modo indiscriminato.
Una battaglia che non può essere vinta mettendo in atto come spesso sentiamo affermare nei dialogo con il mondo islamico, anche Israele su questo argomento non la pensa così e non lascia spazio a probabili tavole rotonde:” E’ troppo tardi, cercare di dialogare con l’Isis diventa qualcosa che non potrà mai avvenire”.
Cercare di capire il perché di tanti attentati che hanno dovuto subire tante città europee e con tante vittime, è probabile che tutto abbia avuto inizio quando l’Occidente partecipò ai disastri nelle zone , dell’Iraq alla Libia al Mali alla Siria.
I responsabili delle guerre di aggressione che hanno formato la base per la nascita dell’Isis e di altre organizzazioni terroristiche ?
Ma chi finanzia il terrorismo e questa guerra definita ‘Santa’?
Una radicale trasformazione del terrorismo islamico si è avuta con l'emergere di nuovi Stati con grandi disponibilità finanziarie come l'Arabia Saudita e gli emirati del Golfo Persico, caratterizzati anche da forme di governo che si influenzano reciprocamente con gli ambienti "clericali" islamici e con le dottrine legate a correnti di pensiero integraliste come il wahhabismo. Questi Stati hanno indirettamente finanziato (foss'anche inconsapevolmente), attraverso donazioni da parte di istituzioni caritatevoli, gruppi più o meno legati al terrorismo, e lo stesso si può dire di facoltosi esponenti del mondo privato di questa stessa area. Non esiste un automatismo tra donazione e finanziamento al terrorismo, ma parte dei soldi destinati ad opere assistenziali è stata usata per gestire istituzioni di accoglienza in aree come il Pakistan, dalla quale gli stranieri provenienti dal Golfo Persico, dalle Filippine o da altri paesi con una popolazione almeno in parte islamica sono stati smistati presso i campi di addestramento situati in Afghanistan o nell'area di confine tra i due paesi; qui è stata fatta una ulteriore selezione tra i candidati, destinandone alcuni a corsi specifici di uso degli esplosivi e demolizione o gestione degli ostaggi.
Ma cosa serve affinché vengano restaurate le necessarie condizioni di tranquillità e sicurezza in tutte le città europee? Intanto non bisogna abbassare la guardia! L’Isis lo ha già annunciato il giorno dopo dopo la strage di Barcellona , con le città italiane a rischio di subire attentati , una chiara dichiarazione di guerra. A questo punto l’Europa tutta non deve trascurare queste minacce formulate da dichiarati terroristi con la manovalanza dei cani sciolti che hanno un solo obiettivo, uccidere chiunque per imporre la loro ideologia religiosa nel nome dell’Islam.
E’ arrivata l’ora delle decisioni importanti. Una nuova Crociata in chiave moderna, sconfiggere il nemico , invisibile e codardo.Oggi l’Europa si deve riconoscere in un solo Stato all’interno delle tante differenze di un Europa che non è stata mai unita , la stessa si riconosca all’interno della Comunità.
In uno stato di guerra è necessario mettere in campo tutti i provvedimenti atti a prevenire altri attentati salvaguardare la tranquillità della vita e futuro delle famiglie. Meglio ripristinare il servizio militare di leva e organizzare anche una Guardia Civile.
Ritornare alla chiusura delle Frontiere , un modo per agevolare i controlli di un flusso ingerente di immigrazione e spostamenti illegale di veri e assatanati assassini nel nome di Allah , i quali gia in altre incresciose occasioni nell’ambito di attentati hanno varcato confini di altre Nazioni con estrema facilità girando e rigirando in lungo e in largo in tutta l’Europa.
Le minacce dell’Isis rivolte all’Italia , hanno fatto scattare l’allarme su tutto il territorio nazionale, da oggi , l’Italia è blindata.
Rosario Murro - Agenzia Stampa Italia