Intervista esclusiva all'Onorevole Michela Vittoria Brambilla per America Oggi a cura di Biagio Maimone
Domanda: Quale obiettivo intende raggiungere mediante la Sua trasmissione televisiva "Dalla Parte degli Animali"?*
Risposta: Due principalmente: favorire le adozioni, contribuendo a ridurre l’affollamento dei canili, e sensibilizzare settori più ampi dell’opinione pubblica sull'emergenza randagismo, alimentata da abbandoni e riproduzione incontrollata”
Domanda: Non vi è dubbio che l'impegno a favore degli animali educhi l'essere umano all'ascolto di chi parla un linguaggio diverso e favorisca il dialogo tra le diverse identità che convivono nell' Universo . Un Suo parere in merito.
Risposta:Fin dall'infanzia ho vissuto in mezzo agli animali, mi hanno raccontato che perfino a camminare ho imparato attaccandomi al collare di una cagnolona gigante e molto paziente che viveva con i miei genitori. L’esperienza con gli animali mi ha insegnato molto, per esempio che cosa significhino, in concreto, responsabilità e fiducia”.
Domanda: Le donne come Lei offrono al mondo della vita politica e
sociale un apporto davvero prezioso. Quale esperienza l'ha condotta a tale consapevolezza?
Risposta:La caratteristica delle donne è la concretezza. Noi siamo meno propense ad agire sulla base di concetti astratti o pregiudizi o per partito preso. La lotta per il potere esiste anche al femminile, e può essere durissima, ma raramente è radicale e sregolata, e talora fine a se stessa, come quella degli uomini. Per noi prevalere è importante se porta ad un risultato. Altrimenti la politica si riduce ad una versione più raffinata delle battaglie tra indiani e cowboy alle quali i maschi si dedicano con passione fin dall'infanzia. Lo stesso vale per l’impegno sociale: la donna bada al risultato”.
Domanda: Cosa non è stato fatto dal mondo della politica per la
salvaguardia dell'ecosistema e, pertanto, di tutte le creature che in esso convivono, compresi gli animali?*
Risposta:A livello globale dobbiamo chiederci se sono sufficienti le misure che sono state adottate dalla Conferenza di Parigi sul clima. E’ mancato del tutto, per esempio, un riferimento agli allevamenti intensivi, sono responsabili almeno del 18 per cento dei gas serra immessi nell'atmosfera. In generale, spero che il presidente Trump non abbandoni l’accordo di Parigi: chissà, il G7 di Taormina potrebbe convincerlo a rivedere alcune idee. In parte connesso al problema del clima è quello della possibile estinzione di moltissime specie animali nel prossimo futuro. Anche in questo campo occorre una politica più incisiva da parte dei leader mondiali. Lo sfruttamento del pianeta, e di conseguenza il suo depauperamento, non possono continuare al ritmo attuale”.
Domanda: Onorevole, constatiamo che Lei rappresenta una rara eccezione nel mondo femminile per quanto attiene l'impegno a favore degli animali. Come spiega l'assenza femminile su tale versante?
Risposta:Non conosco da questo punto di vista la situazione negli Stati Uniti, ma quella italiana sì, e non parlerei proprio di assenza. Le donne sono molto presenti nelle associazioni di protezione animale. Sono donne quasi tutte le presidenti delle principali organizzazioni. Del resto, il
prendersi cura degli altri, anche degli altri esseri viventi, è una
caratteristica delle donne”.
Domanda: La globalizzazione, intesa come processo economico e politico, favorisce o frena l'attenzione positiva verso il mondo degli animali?
Risposta:Agisce in tutt'e due le direzioni: per esempio, da un lato favorisce il superamento di vecchie tradizioni, che non tengono affatto conto della salute e del benessere degli animali, dall'altro la rincorsa verso produzioni alimentari del costo sempre più basso peggiora sensibilmente le condizioni degli animali cosiddetti “da reddito”
Domanda: Il nostro giornale, America Oggi, parla agli italo-americani ai quali Le chiediamo di rivolgere un Suo messaggio.
Risposta: Credo che dobbiamo tutti essere grati alle nostre comunità all’estero, e particolarmente a quella americana, perché sono le migliori ambasciatrici della nostra cultura, prodotto originalissimo di una storia plurimillenaria. Non parlo solo dell’arte, dello stile o del gusto, ma di un certo modo di essere, della capacità di adattarsi, dell’ingegno che supera gli ostacoli. Noi italiani siamo fatti così. Dobbiamo esserne orgogliosi, anche nei momenti più difficili, proprio perché sono difficili”.
Si ringrazia il Dr. Biagio Maimone per l'autorizzazione a pubblicare l'articolo su ASI