(ASI) Il danno reputazionale in rete è uno dei maggiori rischi nei quali ci si può trovare e non esistevano , fino ad ora , strumenti con i quali difendersi. Internet è in grado di distruggere anche attività avviate, professionisti e carriere politiche.
In questi ultimi anni molte importanti aziende, a causa del mancato controllo della propria reputazione online, hanno subito gravi danni, non solo in relazione alla propria immagine di onestà, integrità e valori etici, ma - di conseguenza - anche con danni economici e perdite di fatturato. Per non parlare dei danni ai singoli: giovani donne annientate e portate al suicidio da video compromettenti, ragazzi disabili insultati ed umiliati pubblicamente o campagne di odio che corrono veloci nei gruppi WhatsApp e Facebook, lasciando sul terreno lacrime e sogni infranti. A tutto questo come si puo' reagire? Lo domandiamo dottor Francesco Vivacqua, coordinatore di un team di esperti che si occupa della gestione e monitoraggio dei danni reputazionali attraverso un laboratorio di contrasto alla diffamazione di aziende e persone. Fondatore di aaareputation ( www.aaareputation.it ) della Istudi srl, azienda che da più di 40 anni aiuta lo sviluppo di piccole e medie imprese, con sede a Milano. “Ormai noi siamo ciò che la gente legge su Internet - sostiene Francesco Vivacqua - ed in pochi sonoconsapevoli che oggi la competizione tra soggetti ed imprese si gioca sull’effetto reputazionale. Per un'azienda è vitale che la sua reputazione coincida con la sua immagine reale, altrimenti è come guardarsi allo specchio e vederci un mostro. Non ci si riconosce più e si rischia di perdere quello che si è costruito in una vita, o magari in più generazioni di lavoro. Noi siamo in grado di intervenire a tutela della reputazione ristabilendo la verità storica. Purtroppo, ci sono degli avventurosi non consapevoli che parole di odio e disprezzo non possono più essere ritirate dalla rete e tutto quello che si può fare è mostrare anche l’ altra metà della storia e promuovere l’idea che colpire la reputazione nelle attività economiche e nelle persone è un danno esistenziale e come tale deve essere perseguito. Per promuovere le buone azioni ci avvaliamo inoltre del nostro periodico online ReallyNews. Le belle notizie, ben strutturate e narrate, hanno il potere di seppellire quelle negative. Le notizie sepolte sono sterilizzate, non spariscono, ma smettono di nuocere”. Per facilitare la pervasività della notizia Francesco Vivacqua si avvale di un team di grandi esperti in grado di gestire e monitorare le pagine web, i social network ed i feedback degli utenti, intervenire in caso di crisi ricostruendo l’identità positiva del soggetto attaccato. La gestione reputazionale permette un efficace controllo, evitando il fenomeno #doppiaidentità, come si è percepiti online e come invece si è realmente. Il prezzo di una buona reputazione online è la continua vigilanza ed una comunicazione mirata.
Biagio Maimone Istudi srl ed Agenzia Stampa Italia