Celebrati gli anniversari dei Patti Lateranensi e Concordato. Alfano: “Italia e Santa Sede sono chiamate a compiere scelte politiche fondamentali per tutelare la dignità e i diritti, far avanzare lo sviluppo sostenibile, promuovere la pace”

PattiLateranensi2017(ASI) Roma – Nella giornata di oggi alle ore 16:15 a Palazzo Borromeo, Sede dell'Ambasciata Italiana presso la Santa Sede, si è celebrato l'anniversario della firma dei Patti Lateranensi e della revisione del Concordato tra Stato e Chiesa.

I Patti Lateranensi furono firmati nel 1929 e nel 1984 fu invece modificato il Concordato tra l'allora Cardinale Segretario di Stato Agostino Casaroli e l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri Bettino Craxi.
Presenti all’incontro una delegazione della Santa Sede ed una delegazione dello Stato Italiano.

La delegazione vaticana era rappresentata dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin insieme al Cardinale Angelo Bagnasco. Presenti anche il Sostituto della Segreteria di Stato, l'Arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, ed il Segretario per i rapporti con gli Stati, l'Arcivescovo Paul Gallagher.

Per la delegazione italiana erano presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Senato Pietro Grasso, il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, il Ministro degli Esteri Angelino Alfano e il Ministro dell'Interno Marco Minniti.

Al termine dei colloqui ufficiali, intorno alle ore 18.30, presso la basilica di Sant’Eugenio, i membri delle delegazioni hanno preso parte ad un concerto della Cappella musicale pontificia “Sistina” e della JuniOrchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia.

“Oggi è un giorno importante per le relazioni tra Italia e Santa Sede – commenta il Ministro degli Esteri Angelino Alfano - commemoriamo la firma dei Patti Lateranensi. Quando nel 1929 i Patti furono firmati e poi nel 1984 si giunse al Nuovo Concordato, quei risultati furono salutati dalle due sponde del Tevere con grande favore. Quel chiarimento condiviso dei rispettivi ruoli, dopo tanti anni di attriti, reciproci sospetti e forti malumori, fu la base istituzionale sulla quale abbiamo costruito lo stato eccellente dei rapporti attuali tra Italia e Santa Sede”.

“Oggi non celebriamo solo questa ricorrenza, ma intendiamo anche riflettere sulle convergenze bilaterali e sulle sinergie che connotano il nostro partenariato strategico. Quest’ultimo e’ facilitato dal fatto che con il Vaticano guardiamo al mondo da Roma e con simili sensibilita’ spirituali e culturali. Ma non dobbiamo dare per scontata questa comune visione, che anzi necessita di essere costantemente alimentata con consultazioni bilaterali sistematiche e rafforzate”.

“Ho intenzione di sviluppare ulteriormente questo vitale dialogo insieme al Segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Gallagher”.

“Sono consapevole della capacita’ di influenza universale della Santa Sede: una voce autorevole alla quale dobbiamo prestare ascolto, a maggior ragione quest’anno in cui l’Italia siede in Consiglio di Sicurezza e detiene la Presidenza del G-7. E tanto più in questo scenario globale, segnato dalla percezione di una “guerra mondiale a pezzi” (nelle alte parole del Santo Padre)”.

“La collaborazione tra l’Italia e la Santa Sede – aggiunge il Ministro - è inoltre cruciale per difendere i diritti incomprimibili della persona dagli attacchi di coloro che rinnegano l’umanita’ invocando empiamente Dio. “Solidarietà”, “inclusività” e “dialogo” sono tre concetti chiave su cui Italia e Santa Sede possono far convergere la comunita’ internazionale”.

“Il nostro comune approccio non e’ teorico, ma si puo’ misurare su un’ampia agenda internazionale. Ad esempio, la ferma condanna papale del terrorismo, e di chi lo strumentalizza, corrisponde a nostre primarie esigenze di sicurezza e di stabilita’ internazionale. La crisi dei migranti è altro tema centrale, nella comune convinzione della necessità di tutelare la vita umana, di rassicurare le comunita’ che accolgono i migranti e di migliorare le condizioni dei Paesi di origine e transito dei flussi”.

Infine Alfano ricorda le iniziative in Africa e in America Latina: “Anche per questo Italia e Santa Sede dedicheranno nei prossimi giorni attenzione particolare all’Africa. Abbiamo poi in programma altre iniziative sull’America Latina e sulla promozione dei diritti umani. Continueremo ad unire le nostre forze per tutelare le minoranze religiose, inclusa ovviamente quella cristiana in Medio Oriente”.

“I colloqui odierni – afferma Alfano - ci consentono poi di riflettere sul futuro dell’Europa e sui valori che devono ispirare il processo di integrazione europea, che l’Italia intende rilanciare il 25 marzo, quando celebreremo i 60 anni dei Trattati di Roma”.

“Italia e Santa Sede sono chiamate a compiere scelte politiche fondamentali per tutelare la dignità e i diritti, far avanzare lo sviluppo sostenibile, promuovere la pace. La giornata odierna non e’ allora soltanto commemorativa. Serve anche a consolidare quel fronte comune a difesa della persona umana e della convivenza civile, che resta il baluardo diplomatico, culturale e spirituale contro gli attacchi del fondamentalismo violento e del disordine internazionale”.

Nella giornata odierna Alfano ha incontrato anche il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica del Montenegro, Srdjan Darmanovic.

L’incontro è avvenuto a poche settimane dalla positiva conclusione dell’iter parlamentare italiano di ratifica del Protocollo di Adesione del Montenegro alla NATO.

“Un percorso che è stato particolarmente rapido, segno di forte e condivisa volontà politica”, ha detto Alfano al suo omologo, ricordando che “l’Italia sostiene con costanza e convinzione le aspirazioni euro-atlantiche del Montenegro”.

Il ministro Alfano ha ricordato il grande favore con il quale l’Italia ha accolto l’apertura di due nuovi capitoli negoziali a dicembre e ha espresso apprezzamento per il lavoro di Podgorica verso un’apertura europea. L’incontro è stato importante anche sotto il punto di vista sul Vertice del Processo dei Balcani Occidentali attualmente sotto la presidenza italiana e in agenda a Trieste il prossimo 12 luglio.

Alfano ha ricordato che “la stabilità della regione è cruciale per la stabilità dell’intera Europa” aggiungendo che “A Trieste, lo scopo principale dell’Italia sarà quello di assicurare un valore aggiunto al Processo, iniziando nuovi progetti, specialmente nei settori dell’interconnettività e della governance”. I due ministri hanno infine parlato dei temi più importanti dell’agenda bilaterale e alle problematiche della migrazione e della lotta al radicalismo.

Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia

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