(ASI) Per proteggere poi il continente militarmente sorvegliato da una possibile invasione sovietica creano la Nato, alleanza militare a scopo difensivo che non serviva certo a difendere gli interessi delle nazioni occupate ma solo quelli strettamente connessi con gli interessi dei liberatori.
Nel 1948 si svolgono in Italia le elezioni politiche. Gli Usa in campagna elettorale sono chiari: se dovesse vincere la sinistra gli aiuti economici promessi verrebbero immediatamente sospesi.
La Dc, appoggiata anche dalla chiesa, ottiene il 48,51% dei consensi. Il vassallaggio di Roma a Washington quindi si fa sempre più stretto.
Scampato il pericolo di vedere i cosacchi abbeverare i cavalli a Piazza San Pietro, l’anno successivo l’Italia sottoscrive l’atto di nascita della struttura clandestina Duca, in seguito Gladio, che doveva servire a difendere i paesi europei da possibili invasioni sovietiche.
C’è però un aspetto poco chiaro in questo atto. Perché se aveva finalità così nobili la struttura è clandestina? Non sarebbe stato un deterrente ancora migliore far sapere ai nemici rossi che in caso di attacco la risposta sarebbe stata immediata. Viene quasi da pensare che le vere finalità di Gladio fossero altre e perfino, maliziosamente, che gli Usa avrebbero voluto chiudere una volta per tutte la partita con Mosca a spese degli europei.
Nel frattempo la struttura difensiva si evolve e nel 1956 nasce ufficialmente Gladio in base ad un accordo diretto tra la Cia ed il Sifar del generale De Lorenzo, lo stesso personaggio che qualche anno più tardi progettò il Piano Solo per mettere fine all’esperienza dei governi di centrosinistra.
Nell’aprile del 1959 intanto l’Italia aveva aderito allo Shape che sanciva la collaborazione dei servizi segreti dei paesi Nato e l’ampliamento delle varie strutture antiguerriglia denominate Stay Behind. A firmare l’accordo per l’Italia è l’allora ministro della Difesa Giulio Andreotti.
Parte II, segue.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia
Parte I: http://agenziastampaitalia.it/speciali-asi/speciale/32165-gli-usa-e-i-misteri-italiani-parte-i