Le macerie dell'albergo. La storia dilaniata di un paese ridotto in polvere
(ASI) Amatrice - L'Hotel Roma di Amatrice è un simbolo, ma ormai non sappiamo più bene di cosa. Fino a qualche giorno fa fervevano i preparativi per la sagra dell'Amatriciana del fine settimana, ora lo storico albergo che ospitava ogni anno migliaia di turisti intenti a degustare la pasta più famosa del mondo è definito da tutti come una grande tomba. "Nulla di quel che c'era è visibile oggi - raccontano diversi cittadini del reatino - Quel che ieri era festa oggi è tragedia."
Sono circa 70 le persone per le quali i soccorsi e i volontari stanno scavando senza sosta dai minuti successivi a quelle 3:36 di ormai mercoledì notte. Quella stessa ora che segna oggi l'orologio del campanile semidistrutto di Amatrice, quello della chiesa di Sant'Agostino posto proprio alla fine del corso del paese.
Perfino la scuola antisismica si è sbriciolata. Appena costruita nel 2012 doveva seguire tutte le norme applicate dal 2009, a seguito delle ordinanze del 2003 e del 2006 che fecero seguito al terremoto del Molise nel 2002, e ancor più a quello dell'Aquila nel 2009, anno in cui l'adeguamento era diventato operativo.
Cristina, la bambina di 11 anni salvata dalle macerie, è ora insieme agli altri ragazzi in un campo sportivo della zona, fra molti orfani e altri ancora incerti sulle sorti dei propri cari.
Tanti adulti hanno raccontato loro che è colpa di un drago che batte forte la testa e vuole uscire dal terreno, ma perfino per un bambino diventa difficile credere alla disperazione leggibile sugli occhi dei grandi.
E' il sindaco Sergio Pirozzi ad attirare nuovamente l'attenzione sull'Hotel Roma. "Potrebbero esserci almeno 70 persone lì sotto, erano già arrivati molti turisti in paese ed è ora necessario fare il possibile, ma non senza l'aiuto degli altri. Se i cittadini sono forti allora il sindaco può essere forte, ma dobbiamo reagire tutti insieme."
Il sindaco Pirozzi è molto amato da queste parti. Già famoso per aver indossato la felpa in campagna elettorale prima che lo facesse lo stesso Matteo Salvini, criticò aspramente il celebre chef Carlo Cracco per aver osato mettere l'aglio nel sugo della Amatriciana.
Oggi i pensieri del sindaco sono ben altri. Prima i soccorsi e la reazione di fronte a un'enorme tragedia, poi, forse, anche come tanta storia culinaria potrà in futuro recuperare i suoi fasti, in un paese che sarà costretto a superare il suo stesso crollo.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa italia