(ASI )Eccola la bambina la cui foto compare nel video #diamoglifuturo che lo scorso giugno, in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati, abbiamo realizzato con la partecipazione di Andrea Camilleri. Bambina, con una bambola in mano, vestita come una bambola, radiosa di futuro, la prima. Straziata e rubata all’affetto della sua famiglia e del mondo, la seconda.
La bambina di ieri vestita come la bambola di oggi, bambola vicina ad una bambina che non c’è più. Ciò che resta di un progetto di vita è un bambolotto caduto e rotto accanto ad una bambina morta e nascosta, dalla pietà dell’uomo, sotto un telo. Quel #diamoglifuturo, oggi, può sembrare un concetto vuoto, addirittura una beffa, ma è invece la rotta da seguire davvero. L’unica che ci può sottrarre a questo e ad altri drammi. Non ci salveranno il filo spinato, le burocrazie che al termine “umanità” sostituiscono quello di “austerità”, le Unioni che spingono i popoli ad uscire, piuttosto che a trovarsi assieme. Solo con una vera integrazione sarà possibile evitare – in un futuro forse non prossimo – i drammi che si stanno susseguendo in questi mesi. Solo lavorando su di una reale integrazione sarà possibile rendere residuali – ed isolate – quelle bestie senza umanità che dietro ad una religione, ad una ideologia, ad un calcolo hanno reso il mondo un luogo in cui le bambole, ormai, abitano con sempre più paura e sempre meno speranze. Nell’intravedere la bambina coperta dal telo e quella bambola a farle una veglia triste si rivede la figura di quell’altra bambina che cercava una strada diversa, nuova, per trovare una vita felice, attraversando terre a lei ignote, pur con tutti i pericoli che ormai ognuno di noi – in questo clima di terrore – sente di correre ogni giorno. Riuscire a disegnare percorsi e strade che sappiano portare le nuove generazioni, le persone escluse, quelle al limite di una vita buona fuori dalla paura e della rabbia, dal rancore e dai cattivi insegnamenti è l’unica via che può condurre ad un futuro inclusivo e sereno. Di pace, per tutti. Sta a noi crearlo cambiando, ma subito e per davvero, quelle politiche che hanno favorito questi fenomeni. Prima che sia troppo tardi, però. Prima che altre bambole vengano private del proprio futuro. Ma eccola, un’altra bambina.
Federico Basigli
Nota: S ringrazia Federico Basigni per la concessione della pubblicazione dell'articolo nel giornale ASI
Fonte. http://www.cnoas.it/Press_and_Media/News/2016_377.html