(ASI) Siviglia – Sembra che dopo secoli si sia aperto uno spiraglio sul mistero della scomparsa della statua a mezzo busto del Pelide Achille, leggendario fondatore, l'11 maggio del 1181 A.C., della città di Chieti che era posta su una maestosa colonna in Piazza S.Giustino, la piazza più grande della città.
Secondo quanto raccontato dagli storici locali, la statua a mezzo busto, sarebbe stata sottratta dagli Spagnoli, e più precisamente dal Duca D'Alcalà, Vicerè del Regno, che l'avrebbe fatta portare nella sua residenza famigliare a Siviglia.
Notizie sulla sorte della statua si apprendono dallo storico locale Girolamo Nicolino, vissuto nel XVII secolo, autore della “Historia della Città di Chieti” (Napoli 1657), che all'epoca scrisse nel capitolo I della sua opera in lingua italiana arcaica:
“Et in questa medesima Città vedevasi gli anni a dietro nella piazza maggiore di essa, vicino la porta della Chiesa di S.Giustino suo principal Protettore, sopra d'una colonna la Statua a mezzo busto d'Achille, di finissimo marmo e d'esquisittima architettura, sotto della quale stavano scritti i seguenti versi: Sono la testa di Achille, un tempo signore nella città di Teti e nelle città degli uomini per pubblica voce mi sono testimoni che la immagine del grande Achille fosse, che Teti generò e i Troiani privò della patria. Del grande Achille, se vuoi conoscere il volto, che Teti generò, guardalo scolpito in questo marmo”.
E sulla sorte di tale statua, scomparsa da Chieti, ne parla esplicitamente sempre il Nicolino nella sua opera: “La qual Statua essendo fatta, come si disse, con esquisittissimo magistero, ch'a vivo ne dimostrava l'effigie d'esso Achille, fu perciò nel 1559 presa da D. Diego d'Alarcone e Mendozza, preside all'hora delle provincie d'Abruzzo. Per ordine del Duca d'Alcalà, Vicerè del Regno, il qual vago di simili cose, se la condusse nel suo ritorno in Ispagna e la collocò nel cortile del suo palazzo in Seviglia, insieme con altre statue dal medesimo Signore nell'istesso luogo situate, come mi fu poi riferito da Don Antonio D'Acosta, che fu regio Giustiziere di questa Città, come testimonio di veduta”.
Per secoli si erano perse le tracce di questa statua che, finita nel dimenticatoio, non ha mai più fatto ritorno a Chieti, fino a questo autunno, quando pare che la testa di questa statua, o comunque sia, di una statua molto somigliante a quella del Pelide Achille, sia stata ritrovata a Siviglia.
Seguendo le testimonianze storiche lasciate proprio dal Nicolino, il Circolo Culturale “A.C. Spezioli” di Chieti, editore de “La Voce dei Marrucini”, ha dato l'incarico ad una sua collaboratrice, la giornalista Agnese Pellegrini, di recarsi, nel corso del suo soggiorno a Siviglia, a visitare il Palazzo di Pilato del Duca D'Alcalà, alla ricerca delle tracce della “statua” del Pelide eroe omerico Achille.
Il Palazzo del Duca D'Alcalà, viene chiamato Palazzo di Pilato, perché a seguito di un viaggio in Terra Santa, il nobile spagnolo decise di costruirsi un palazzo nello stesso stile architettonico del governatore romano. Attualmente, è un museo ed è una delle maggiori attrazioni storico - culturali di Siviglia.Qui, la giornalista Agnese Pellegrini,ha cercato di avere qualche informazione dalle guide turistiche, scoprendo che non tutte le opere d'arte presenti nel palazzo sono esposte al pubblico. Quindi, da qualche parte potrebbe essere ancora nascosto il mezzobusto di Achille. Inoltre, la giornalista teatina è rimasta particolarmente colpita da una anonima testa di una statua che assomiglia molto a quella del Piè Veloce, con vicino un elmo e uno scudo che sembrano avere la medesima fattura, collocate proprio nella sala delle opere d'arte provenienti dal Meridione d'Italia.
“Le mie sono deduzioni e ipotesi, ma non certezze” ha affermato Agnese Pellegrini su “La Voce dei Marrucini” che ha continuato: “sono rimasta particolarmente impressionata nell'essermi imbattuta in una testa che è l'immagine precisa dell'idea che ho io di Achille: un eroe imponente, rappresentato nel suo momento di gloria....Inoltre, si tratta di un manufatto che non ha nome; dalle cronache del tempo, mi sembra infine di aver arguito che il duca avesse sottratto a Chieti una statua a mezzo busto: io ho trovato una testa, un elmo e uno scudo, con evidenti riferimenti al mito greco, ma per fattura e rifinitura è possibile che appartenessero allo stesso gruppo marmoreo, ed è perciò verosimile che ci fosse anche una parte del corpo, altrimenti non si spiega lo scudo a che cosa fosse attaccato”.
“A me piace credere – ha concluso la giornalista teatina – di aver trovato la testa di Achille. Purtroppo, so che per dimostrarlo ci vuole molto di più”.
Ma, ora, l'opinione pubblica teatina è in subbuglio e la cittadinanza non fa altro che chiedersi: si trova davvero a Siviglia la statua del Pelide Achille che fu sottratta a Chieti? In caso affermativo è possibile riportare a Chieti la statua, o almeno ciò che ne rimane? A chi rivolgersi?
Dal canto loro, i membri del Circolo Culturale “A.C. Spezioli”, editori de “La Voce dei Marrucini”, hanno deciso di chiedere l'intervento del Comune di Chieti, dell'Università “G. D'Annunzio” e della Regione Abruzzo, affinché richiedano ufficialmente di visionare gli archivi del Palazzo di Pilato a Siviglia, cosa che alla giornalista Agnese Pellegrini non è stata concessa.
Fino ad ora, ci sono più dubbi che certezze, ma in cuor loro, molti Teatini sperano di poter rivedere in Patria la maestosa statua del Pelide Achille, al centro della Piazza S.Giustino, magari una volta che sarà terminata la riqualificazione urbana e architettonica della piazza e degli storici edifici che ci si affacciano.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia