Processo Amanda Knox e mormorii postumi

(ASI) Perugia – In Italia, le polemiche postume non finiscono mai. Si può dire che in questo caso possano anche essere motivate, viste le critiche piovute sull’assoluzione del duo (omicida o no?) Knox – Sollecito. In effetti, manca il colpevole.

Se la giornalista americana e il figliol prodigo barese non sono stati, allora ci si può legittimamente interrogare sui veri colpevoli. Difatti i tre gradi di processo hanno dapprima condannato, e poi duplicemente assolto i presunti assassini di Meredith Kercher. Tuttavia, le critiche, non stanno affatto riguardando chi abbia ucciso la giovane studentessa inglese, ma sono afferenti al sistema di giustizia italiano. Legittimamente, e con una buona dose di ingenuità, il popolino afferma che 4 anni di carcerazione preventiva sono ingiusti, vista la non colpevolezza del duo indagato. Giocoforza, quello americano (paese di provenienza di Amanda Knox) deve essere per forza migliore, più rapido, con un unico grado di giudizio, in grado di determinare in tempi brevi giurie e colpevoli. Ma è veramente così? Per nulla. Per prima cosa parliamo di un omicidio di primo grado. Negli Stati Uniti, non arriverebbe prima di due o anche tre anni, se parliamo di tempi brevi, e se invece andasse per le lunghe, arriviamo dai 5 agli 8 anni. In secondo luogo i procedimenti istruttori sono molto lunghi, e i processi sono brevissimi. Per quale motivo? Una giuria (che può determinare in alcuni casi la vita o la morte di un individuo) viene individuata in pochissimo tempo, e in men che non si dica, può realizzare il verdetto. In terzo luogo, il verdetto è definitivo, e non è mai seguito da una motivazione (cosa, ad esempio, che i giudici del caso Knox devono ancora produrre). Pertanto il verdetto chiude il processo, senza appello, in quanto quest’ultimo non è contemplato come diritto costituzionale nella patria della libertà e della democrazia. Nel caso il condannato volesse chiedere l’appello, dovrà dimostrare che in sede di dibattimento vi siano stati vizi di forma ed errori di legge, tali da dover determinare il rifacimento del processo.

Pertanto, le critiche immotivate al nostro sistema di giustizia lasciano il tempo che trovano. Più che pensare ad un risarcimento al duo Knox – Sollecito, bisognerebbe determinare i veri colpevoli, considerato che il dibattimento avrebbe assolto i due ex studenti di Perugia. E l’assassino, e i suoi complici, sono in libertà.

 

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

 

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