Filippo Ceravolo simbolo della Calabria che sa amare.

(ASI) Cosa c’è di peggiore che perdere un figlio, o un fratello, o un nipote o un grande amico specialmente se ha 19 anni. Gli antichi greci dicevano che muore giovane chi è caro agli dei, ma per chi resta il dolore è atroce.

Filippo Ceravolo è stato assassinato per errore il 25 ottobre 2012 dalla Ndrangheta, che in un agguato voleva colpire un’altra persona. Filippo era un bellissimo ragazzo, generosissimo, che  regalava a chiunque un sorriso, si prendeva cura dei più deboli, amava la sua famiglia, aveva voglia di vivere e lavorava con il padre Martino con dedizione e impegno. Amava inoltre la Juventus, tanto che tutti se lo ricordano con la macchina dipinta in bianconero il giorno del primo scudetto dell’era Conte e proprio il 4 maggio, che sarebbe stato il suo ventunesimo compleanno, casualmente, o forse no, arriva il terzo consecutivo.

La famiglia Ceravolo è onesta, laboriosa, accoglie gli amici come re e regine, ma convive da quasi due anni con questa morte nel cuore. In casa loro Filippo è ovunque, nei quadri, nelle foto, la stanza con le sue cose e i familiari ne parlano sempre e ogni volta che lo si menziona fa sorridere, perché Filippo era straordinario. La nonna Assunta ricorda quando il nipote si preoccupava di comprarle la spesa e di zappare l’orto, la sorella Maria Teresa delle sue trovate divertenti che gli evitava i rimproveri della madre, la sorellina Giusy dei tantissimi giochi che facevano, la mamma Anna della bontà e dell’ingenuità del figlio e il padre Martino di quel grande uomo che stava diventando e per questo ha ancora tanta rabbia nel cuore dopo la perdita del suo unico figlio maschio. Ma la grandezza nell’uomo sta nel vedere come affronta le difficoltà e anziché reagire con violenza, cercando vendetta. Per questo Martino Ceravolo ha iniziato una grande lotta contro le mafie, per liberare Soriano da questa morsa, che impedisce ai giovani di uscire e di fare una vita normale, per evitare poi che altri giovani innocenti paghino.

Il signor Ceravolo ha fatto sentire la sua voce nelle trasmissioni televisive più importanti, è stato accolto da Papa Francesco e scuote le coscienze di Soriano, della Calabria e anche molto di più. Filippo non può più tornare, la perdita non si sanerà mai, ma quest’Uomo con giustizia e coraggio combatte con l’amore e seppur con la morte nel cuore, giorno dopo giorno ha sempre più persone che gli vogliono bene e gli mostrano solidarietà. Lo scorso 4 maggio tutta Soriano, nonostante la pioggia, ha voluto essere presente a una grande iniziativa promossa dalla famiglia, che dopo una Messa e una processione, ha organizzato un dibattito a cui si sono uniti illustre personalità quali gli onorevoli Angela Napoli e Francesco Bevilacqua che hanno preso parte con due discorsi molto toccanti.

Tutti uniti per festeggiare il compleanno di Filippo, che come ultimo atto della giornata ha ricevuto una torta di fiori davanti alla sua tomba  con tutti gli amici più intimi che lo ricordano ogni giorno. La Juve di Filippo ha vinto quel giorno lo scudetto, ma per rispetto nessuna bandiera ha sventolato, tutti hanno voluto essere presenti e ciò, seppure non permette di riparare la grande ingiustizia, fa capire che Filippo non è morto invano e che bene o male ancora c’è. Un segno che ha colpito moltissimi è che dopo la Messa i palloncini fatti volare in cielo, si sono aggrappati alla croce in cima alla chiesa come per dire “Sono ancora con voi e sono al vostro fianco per Soriano”. La Fede, a volte è l’unica risposta, a certe tragedie, ma andare a Soriano, città dominata dalle cosche mafiose e vedere quanto amore la famiglia Ceravolo ha trasmesso, fa capire che il male alla fine perde sempre con il bene. Quindi seppure non si vedrà più Filippo sgassare con il motorino, urlare a un goal della juve, ballare come un matto, o cantare a squarciagola “Azzurro”, lo possiamo ritrovare negli occhi e nei cuori della Soriano che crede in un mondo migliore.

Daniele Corvi - Redazione Agenzia Stampa Italia

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