La modifica della normativa nazionale del 2009, che in pratica impediva a “Trenitalia” il subappalto, determinò di fatto la fine della presenza dell’allora “FCU” nella tratta Foligno-Terontola.
Probabilmente fu legata ad equilibri nazionali di natura politica l’allora (nefasta) decisione della Giunta regionale di voler preferire - nella tratta est-ovest della Regione - “Trenitalia” alla “FCU”, con un costo a chilometro-treno più che doppio e che determinò il ridimensionamento di utilizzo degli allora nuovi treni elettrici Minuetto (costati cinque milioni di euro l’uno), da quel momento sottoutilizzati ed avviati ad un celere deperimento.
Tramontò così - e definitivamente - anche la possibilità di una “metropolitana di superficie”, sacrificata sull’altare dell’utilizzo forzato del Minimetrò con conseguente penalizzazione economica e temporale degli utenti del Lago Trasimeno.
Alla luce di quanto sta avvenendo, la Regione dell’Umbria ha il dovere di verificare la possibilità di non rinnovare il contratto con Trenitalia e di ridare alla ferrovia regionale una possibilità di utilizzo di chilometri/treno che, non solo determinerebbero un evidente risparmio dato il minor costo sopra ricordato, ma che consentirebbero anche l’equilibrio finanziario del ramo “ferro” dell’Azienda, fissato nel 2009 dalla Giunta regionale (in risposta ad una mia interrogazione) in almeno 2 milioni e duecentomila chilometri/treno.
I passi per giungere ad una simile soluzione vanno verificati dal punto di vista giuridico (rescissione, mancato rinnovo a scadenza, gara o possibilità di “affidamento diretto”, in eventuale vigenza di normativa dell’articolo 61 della Legge 99/09, che consentirebbe agli Enti locali di attuarlo fino al 2019), ma l’obiettivo non può che essere quello sopra esposto, da anni indicato come via maestra dal sottoscritto ed oggi imprescindibile per contribuire a non far degenerare una situazione ormai estremamente precaria.
Andrea Lignani Marchesani