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(ASI) Sicilia - Il Coordinatore della Fima Saverio De Bonis esprime, a nome dell’intera Federazione italiana movimenti agricoli, viva soddisfazione dopo l’ incontro a Messina con Francesco Aiello, Assessore Regionale all’ Agricoltura in Sicilia, in cui erano presenti i dirigenti nazionali della Fima, i rappresentanti dei Comitati Spontanei regionali, dei Comitati in rete e gli esponenti del Movimento dei Forconi di Morsello.

Nella lunga riunione, é stato fatto il punto della situazione sulle misure anticrisi necessarie a tamponare la grave condizione in cui versa l’ agricoltura italiana e, in particolare, quella del mezzogiorno, nonché dei tempi stringenti affinché la rabbia non venga indirizzata in modo errato. Perfino Bill Gates ha affermato che “bisogna investire in agricoltura”.

”Ma la Sicilia in questo difficile momento - ha dichiarato il coordinatore della Fima - rappresenta tra le regioni italiane quella maggiormente esposta alle vendite all’ asta delle aziende agricole, seguita dal Lazio e dalla Puglia. La concentrazione delle aste nell’ intero mezzogiorno é pari al 63% e dimostra che le politiche sinora implementate non hanno funzionato! Sicché oltre un milione di imprese hanno chiuso in dieci anni, la Pac ha tolto ai poveri per dare ai ricchi, l’ aggregazione dell’ offerta ha fallito il suo obiettivo, la frammentazione sindacale e i crescenti costi di un inutile burocrazia hanno fatto il resto. Nessun intervento pubblico per contenere l’ inflazione da costi e nessuna revisione dei meccanismi di mercato per garantire prezzi trasparenti ed equi agli agricoltori, abbandonati così nelle fauci della speculazione, e costretti a combattere gli inasprimenti fiscali o le aliquote contributive tra le piu’ alte d’ Europa”.

La perdita di competitività, tuttavia, ha anche un’ altra matrice nascosta. Ad esempio, l’ errata destinazione dei fondi europei ha permesso addirittura di finanziare la concorrenza internazionale attraverso gruppi europei e italiani che hanno utilizzato quelle risorse per delocalizzare le attività agricole in paesi extra comunitari, sfruttando finanziamenti a fondo perduto al 100%.

“Il risultato - spiega De Bonis - é stata l’ invasione di prodotti low-cost, senza garanzie e controlli sotto il profilo sanitario, che ha provocato un crollo dei redditi agricoli italiani, in particolare nell’ ortofrutta, senza uguali in Europa, e ha spiazzato i nostri produttori senza riconoscere nessuna misura di sostegno. Perché l’ Italia non ha attivato i fondi europei di adeguamento alla globalizzazione? Di chi è la colpa?”. Una profonda ingiustizia sociale cui bisogna riparare in fretta approvando in Parlamento la moratoria dei debiti, la sospensione delle aste e dei fallimenti, e un piano agricolo nazionale di rilancio per aiutare la crescita dell‘ intera economia, che a partire dall’ agricoltura puo’ trarre beneficio.

“Di certo la risposta non potrà darla da solo l’ Assessore Aiello, né coloro che rincorrono con rabbia le sirene di Beppe Grillo - ha dichiarato Paolo Rubino del Tavolo Verde Puglia e Basilicata - quello che serve é una iniziativa corale istituzionale che dalla Sicilia chiami a raccolta tutte le forze migliori e ponga con saggezza la questione agricola dell’ intero mezzogiorno come questione nazionale, anche a tutela della salute pubblica. Dove la classe dirigente sia chiamata a pronunciarsi con chiarezza. Tutto il resto è leaderismo fatuo che non aiuta a trovare le necessarie soluzioni, ma nutre l’ isolitudine del viaggio breve fatto in terra propria”.

Un appello che l’ assessore Aiello ha prontamente accolto dichiarando: “a breve convocheremo gli stati generali dell’ agricoltura a Palermo per rimettere questo importante settore al centro dell’ agenda politica ed evitare che gli agricoltori del mezzogiorno diventino il nuovo proletariato, mentre i consumatori si ammalano. Adesso che il Governo è senza Lega lo impegneremo ad occuparsi di Sud e salute pubblica”.

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