(ASI) Sono circa tremila i connazionali italiani detenuti all’estero, lontani dalla propria casa e dai propri affetti e con le enormi difficoltà che ne derivano. Agenzia Stampa Italia, tramite i suoi spazi, ha più volte dato voce a queste incredibili e tristi storie. Sabato 9 giugno si è tenuta a Roma una flash mob per chiedere la liberazione di Enrico “Chico” Forti, rinchiuso in una cella di Miami negli Stati Uniti da dodici anni.
Il fatto. L’imprenditore italiano di Trento, Enrico Forti detto “Chico”, dopo un processo durato venticinque giorni, il 15 giugno 2000 è stato ritenuto colpevole di omicidio da una giuria popolare della Dade County di Miami, “per aver personalmente e/o con altra persona o persone allo Stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamente, la morte di Dale Pike”. La sentenza ha lasciato esterrefatti i presenti e quanti avevano seguito il dibattimento processuale, increduli che una giuria abbia potuto emettere “oltre ogni ragionevole dubbio”, un verdetto di colpevolezza basato soltanto su flebili e confuse prove circostanziali. Successivamente, attente verifiche e valutazioni sulla fondatezza di queste “prove circostanziali”, produssero una tale quantità di dubbi che il sospetto che i fatti siano andati in modo completamente diverso da come sono stati presentati dall'accusa, è divenuto certezza. Valutando meticolosamente una per tutte le accuse basate su fatti ed antefatti, si scoprì una serie infinita di manomissioni delle “prove circostanziali” da parte dell'accusa, con l'unico scopo di ottenere un verdetto di condanna. Maggiori informazioni www.chicoforti.com
Fabio Polese - Agenzia Stampa Italia
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