(ASI) "A noi è cominciato a venire il desiderio di approfondire la possibilità che siano i cittadini stessi a decidere con il loro voto, direttamente, l’elezione del presidente della Repubblica.
Abbiamo deciso di compiere questo gesto ardito, di rappresentare al Paese, alla maggioranza e all’opposizione questa possibilità che noi crediamo sarebbe una grande modernizzazione, e darebbe al Paese e ai cittadini la possibilità di decidere direttamente, attraverso elezioni primarie per la scelta del candidato Presidente, e di portare fuori il nostro Paese dalle secche dell’impossibilita’ di governare.
“C’è il desiderio di approfondire quello che da 30 anni si e’ portato sui tavoli della riforma costituzionale e cioe’ la possibilità che i cittadini a decidere il presidente della Repubblica".
"Vogliamo continuare ad essere nella situazione di Atene, cioè ingovernabilità, o vogliamo la situazione della Francia che in poco tempo ha un nuovo governo subito operativo? Meglio il sistema francese".
"Abbiamo ritenuto nostro dovere profittare della possibilità del governo tecnico, che non solo continua il lavoro che noi abbiamo iniziato, ma che consente a maggioranza e opposizione di incontrarsi per fare le riforme: ci siamo seduti al tavolo e qualche risultato è arrivato, ma non siamo riusciti ad andare avanti sulla possibilità di dare al premier il potere di giudicare sulla necessità dell’emergenza delle leggi con il decreto legge che ancora rimane in capo al presidente della Repubblica".
"Il momento è propizio per lavorare alle riforme costituzionali, approfittando di tre fortunate coincidenze: la prossimità della fine della legislatura, la scadenza del mandato di un eccellente presidente della Repubblica, il cui sistema di elezione non si può cambiare in corso di mandato, e il fatto che la prossima settimana in Senato si cominci a discutere della riforma della Costituzione"
"Decidemmo di fare un passo indietro non tanto perchè c’era la crisi delle Borse e l’aumento dello spread, che sapevamo non essere dovuto alla nostra azione di governo, ma perchè ci parve necessario, anche su insitenza di importanti istituzioni del nostro paese, di lasciare il posto a un governo tecnico che avrebbe consentito un incontro tra maggioranza e opposiziome e a una trattativa sul cambiamento dell’architettura istituzionale".
"Candidarmi al Quirinale? Io farò quello che mi chiederà di fare il Popolo della Libertà. Sono ancora qui perche’ sono stato eletto e resto fino alla fine della legislatura. Agiro’ responsabilmente secondo quanto il mio movimento mi chiedera’ e riterra’ sia utile"
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