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ENI, terrorismo e pericoli per i giovani movimenti

(ASI) Lettere in Redazione. Goldman & Sachs è una banca nemica dell’Italia. È una banca che negli ultimi anni ha speculato selvaggiamente contro i nostri titoli pubblici con l’obiettivo di farne crollare il valore di mercato ed obbligare il Tesoro ad aumentare gli interessi sulle future emissioni, facendo saltare i piani finanziari dello Stato per i prossimi anni.

 Nonostante questi precedenti, ora che si prospetta la vendita della quota di maggioranza della Snam, controllata dall’Eni, alla Cassa Depositi e Prestiti, l’istituto pubblico guidato da Bassanini non trova di meglio che nominare advisor (cioè consulente per indicare “costi e modalità di svendita”) proprio la Goldman &?Sachs. La stessa che sull’onda della Crociera del Britannia del ‘92, partecipò alla privatizzazione di Eni e Telecom. La stessa per cui hanno lavorato da dirigenti o svolto consulenze Monti, Draghi, Letta, Prodi e il non compianto Padoa Schioppa. Banksters e Signori del governo e del denaro le chiamano “coincidenze”

La Snam, la società che gestisce la distribuzione del gas in Italia, sta per avviarsi sul cammino che la porterà ad essere separata dall’Eni (che ne detiene il 51% delle azioni). Una svolta che ci è stata imposta dalla Commissione europea, dall’Antitrust europeo ed italiano con la scusa che bisogna offrire a tutti gli operatori del settore, non soltanto l’Italgas che è pubblica, uguali possibilità di accesso e alle stesse tariffe mentre, questa era l’accusa rivolta ad Eni, il controllo su Snam lo rendeva impraticabile. La svolta è stata sostenuta a spada tratta anche dalle compagnie petrolifere estere, statunitensi e anglo-olandesi, oltre a quelle francesi, che da un indebolimento dell’Eni, perché di questo si tratta, puntano a trarre notevoli vantaggi operativi sullo scacchiere energetico internazionale. In tal modo infatti, la capacità contrattuale dell’Eni ne verrebbe fortemente ridimensionata. Si tratta insomma dell’ulteriore tappa dello storico attacco portato all’Eni di Enrico Mattei dalle allora Sette Sorelle (ora ridotte a quattro) che videro come punto di arrivo l’assassinio del presidente filo-arabo e la suo sostituzione con l’atlantico filo-Usa e filo-Israele Eugenio Cefis.

Negli ultimi anni, ad operare come cavallo di Troia tra gli azionisti di Eni, in funzione della vendita di Snam, è stato il fondo di investimento Usa Knight Winke che alla fine del 2011 ha portato dall’1% al 2% la sua quota azionaria complessiva. L’hedge fund Usa ha molto battuto su questo punto cercando di portarsi dietro i piccoli azionisti prospettando loro i maggiori dividendi che sul breve termine una separazione avrebbe comportato. E sostenendo, pro forma, che dal punto di vista operativo l’Eni avrebbe incamerato non poche risorse finanziarie con le quali poter ridurre il debito e finanziare i propri investimenti e allargarsi sul mercati mondiali. Ma poi, siccome molto spesso le ciambelle non riescono con il buco, l’amministratore delegato di Knight Winke, venuto in Italia per partecipare all’assemblea dei soci di Eni per la presentazione del bilancio 2011, si è lasciato scappare, o meglio ha dichiarato senza mezzi termini, che i mercati finanziari, ossia Wall Street e la City londinese, per ritrovare la fiducia perduta sull’Italia, puntano più sulla separazione di Snam dall’Eni che sul risanamento dei conti pubblici e sulla riforma del mercato del lavoro attraverso, realizzata tramite massicce iniezioni di flessibilità e di precariato. Tradotto in parole più semplici, quella tirata di Eric Knight significa: vendete la Snam oppure riprenderà la speculazione contro i vostri titoli di Stato, in particolare quelli decennali, i Btp, che scontano ogni giorno il confronto con i Bund tedeschi, considerati i più solidi dell’area dell’euro quanto a solvibilità e ad affidabilità sul lungo termine.

Un copione che si ripete. Nel 1992, il 2 giugno, vi fu la Crociera del Britannia quando all’Italia venne “consigliato” di varare le privatizzazioni. Poi in autunno vi fu la speculazione partita da Wall Street e dalla City contro la lira che venne svalutata e rese le privatizzazioni più convenienti per gli investitori anglofoni. Oggi la situazione per l’Italia è più grave che nel 1992. La nostra appartenenza al sistema dell’euro, l’entità del debito pubblico, quello nostro e di altri Paesi, la quasi bancarotta della Grecia, fanno temere effetti domino che potrebbero propagarsi da un Paese all’altro travolgendo in primo luogo un Paese come l’Italia che ha un debito pubblico del 120% e che ogni giorno deve trovare investitori ai quali vendere i titoli di nuova emissione. Se poi alle difficoltà fisiologiche si aggiunge il ruolo della speculazione, le cose si fanno più complicate.

Appare quindi incredibile la circostanza che per curare l’acquisto del 29,9% della Snam dall’Eni, la Cassa Depositi e Prestiti, alla quale il governo l’ha destinata, abbia scelto la Goldman Sachs, una banca che da sempre è nemica dell’Italia e che ha partecipato alle massicce speculazioni contro la lira venti anni fa e contro i nostri Btp negli ultimi anni. La banca guidata da Lloyd Blankfein (nella foto) ha sistematicamente perseguito l’obiettivo di fare crollare il valore di mercato dei nostri Btp ed obbligare il Tesoro ad aumentare gli interessi per rendere più appetibili le future emissioni. In tal modo, ha più volte fatto saltare i piani finanziari dello Stato per i prossimi anni. Nonostante questi precedenti, la Cassa Depositi e Prestiti, che ricordiamolo è un istituto pubblico, visto che il suo primo azionista è il Tesoro con il 70% delle azioni, non ha trovato di che nominare advisor (significa consulente ma in inglese fa più fino) proprio la Goldman Sachs.

Una banca che dal cittadino medio Usa viene associata alla più schifosa speculazione. La banca di affari e speculazioni che Barack Obama, il maggiordomo di Wall Street, ha salvato con prestiti per circa 10 miliardi di dollari, dalla bancarotta in cui stava precipitando in conseguenza dei suoi giochetti finanziari e dell’avidità dei propri dirigenti. Una banca che ha evidenziato la verità di quanto diceva Bertolt Brecht, che c’è una cosa molto peggiore che rapinare una banca, ed è quella di crearne una. Una banca che ha già svolto un ruolo sinistro nella nostra vita politica mettendo una mano e anzi due nelle vicende che hanno portato alla morte della Prima Repubblica e alla nascita della pseudo Seconda. In seguito all’avvio del processo di privatizzazioni, Goldman Sachs partecipò infatti alla privatizzazione di Eni e Telecom, incassando non poche e assai corpose provvigioni per l’opera prestata.

Una banca infine che gode di una incredibile rete di entrature nel sistema politico italiano. Molti sono coloro che hanno svolto consulenze a suo favore, senza tenere conto dell’appartenenza a partiti avversari. A testimoniare “marxianamente” che nell’epoca del trionfo della canaglia liberista la politica è sempre più una sovrastruttura priva di potere reale e con componenti intercambiabili a piacere. Come dimostrano i casi di Gianni Letta e Romano Prodi. Non parliamo poi di economisti e banchieri che con Goldman Sachs sono andati a braccetto. Come Mario Monti, che è stato consulente pure di Moody’s, un’altra società che con i suoi rating “mirati” ha speculato contro i nostri Btp . Altro consulente è stato il non compianto, almeno da noi, Tommaso Padoa Schioppa, quello dei “bamboccioni”. Ultimo e più eclatante il caso di Mario Draghi che dopo essere stato per tre anni vicepresidente per l’Europa della banca Usa, è approdato sulla poltrona di governatore della Banca d’Italia e poi a quella di presidente della Banca centrale europea. A dimostrazione che i tentacoli degli speculatori di Wall Street arrivano in tutti i Palazzi del potere finanziario e politico italiano.

Nel frattempo ogni italiano dovrebbe guardarsi le spalle. L’esecutore e probabilmente l’ideatore della strage davanti alla scuola di Brindisi sembra sia stato identificato. Si tratterebbe del solito psicopatico. Un format dello stragismo del XXI secolo in Occidente dove le metodologie americane ma non solo (ci sono centrali operative nella stessa Striscia di Gaza) hanno sostituito la sistematica ricerca di political killers della fine XX° con l’arruolamento di singoli sbandati. Il primo decennio di questo secolo ha visto l’utilizzo in serie di sbandati in cura psichiatrica compiere attentati-cavia, più o meno mortali in Francia, mentre in Italia ve ne fu almeno uno di questo genere compiuto contro l’eurostar e conclusosi con il suicidio dell’attentatore/disturbato.

La piena maturità stragista è stata poi raggiunta recentemente sia in Norvegia con Breivik sia in Francia con Merah (lo stragista di Tolosa). A quello schema corrisponde anche la strage di senegalesi a Firenze nello scorso dicembre. È la nuova frontiera dello stragismo inteso sia nella forma classica di guerra tra potenze (Francia, Inghilterra, Israele la mossero contro l’Italia nella contesa per il Mediterraneo tra il 1969 e il 1984) sia nella forma eterodossa di sostegno alle oligarchie tramite la diffusione di un senso d’insicurezza e la mobilitazione contro il nemico-ombra . (Avvenne così nel 1974 e nel 1993).
Quest’ultimo schema è quello che più preme al potere in Italia alle prese con il dissenso profondo contro lo sceriffato strangolatore, usuraio, incompetente ed incapace di comunicare. Lo è oggi, durante la celebrazione del secondo turno di amministrative che possono mettere a rischio la tenuta della banca-bassotti; lo è oggi, alla vigilia dell’Imu e durante un G8 molto particolare che sta gettando le basi per l’allargamento del suicidio italiano a quello continentale e per la resa dei conti tra USA e Inghilterra da una parte (a cui ci siamo ovviamente allineati da servi) e Germania dall’altra: con obiettivo finale il distacco europeo dalla Russia. Ovvero: ci apprestiamo a dissanguarci solo per poter commettere suicidio e salvare i nostri invasori. Mala tempora e di difficile gestione.

È del tutto verosimile che l’esecutore della strage appartenga alla tipologia degli uomini/strage manipolati dalle centrali preposte fino al punto di credere addirittura di avere ideato personalmente i propri crimini. Il che, però, presenta il tallone di Achille dell’avventatezza allucinata dell’esecutore che di fronte al controllo tecnologico capillare lascia più tracce di Pollicino. La sua identificazione e il suo arresto inevitabile, se avvenissero a tempo record, rischierebbero però d’inficiare l’operato delle centrali stragiste in quanto la mobilitazione contro i fantasmi ed il serrate dietro agli sceriffi e agli apparati (ovvero gli obiettivi di questo genere di strage) funzionano un po’ meno se l’identità che si nasconde dietro Scream è quella di uno squilibrato e non di un demonio in agguato. Vedrete che gli apparati di difesa dell’oligarchia, quelli che non hanno remore nel massacrare, nel far massacrare, nell’affamare, nello schiavizzare, troveranno la soluzione e che non sperpereranno la loro strage.
Se dovessero minimizzare il pericolo senza riuscire a mantenere la mobilitazione e l'isolamento delle proteste da parte dell'opinione pubblica intimorita, avremo invece da temere, perché vorrà dire che abbiamo da attendercene un’altra presto, corretta e perfezionata.
Chi vivrà vedrà. E tutto lascia credere che vedrà morire ancora. Il gioco tremendo andrà man mano perfezionato.

Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle, come da profezia, si sta riempiendo gradualmente di quei topi di sezione responsabili del regolare e reiterato fallimento della politica nostrana. I soliti figli di partigiani che si sarebbero sacrificati per noi, quando ad oggi è perfettamente chiaro quale fù il còmpito delle spie civili e dei boia striscianti dell'epoca, in cosa consistette la guerra civile interna e a quali sciacalli diede corda e foraggio. Venduto il paese alle mafie internazionali ed al magna magna democristiano, dopo aver passatto il resto della loro vita al grido "uccidere un fascista non è reato!" (quale gran segno di civiltà) questi nostalgici bifolchi vorrebbero proporsi al nuovo di turno, possibilmente il più fresco ed ingenuo in assoluto.

Esistono personaggi che sono specializzati, ormai da 40 anni, nell'attaccare formazioni politiche nascenti , e anche formazioni NON politiche, infiltrandosi nelle sezioni come funghi, infettandole ed uccidendole con la loro incompetenza e la loro incredibile obsolescenza.

Allora, siamo al momento zero. Voi ed altri avete un'idea. Avete delle idee. Sono bellissime idee. Sono positive. Sono progressiste. Siete magari giovani e senza esperienze, ma diamine, avete entusiasmo, avete consenso, avete voglia di fare. L'albero c'e', e il tronco e' robusto. Cosi' metterete le foglie, e creerete le sezioni locali. Ovviamente le apriranno le persone piu' entusiaste, quelle che sono davvero interessate, motivate, che hanno un ideale e vogliono dargli del tempo e dell'impegno. Ok.

Poi arriveranno loro. Tra i primi personaggi che arrivano, in genere tramite famiglia o conoscenze, ci sono quei vecchi dementi che hanno ammorbato il mondo di fesserie nel 1968, nel 1977, e che poi si sono fatti anche un pochino di movimenti varii. Arrivano con la camicia fuori, il pizzetto e gli occhialetti se sono giovanili, oppure con il golfino, gli occhiali quadrati e spessi e la faccia di Cossutta se sono vecchi. Esordiscono in genere dicendo che siete una forza, ma "non avete esperienza politica", e quindi "forse", se possono, questi nonni esperti possono darvi qualche consiglio, insegnarvi qualche trucco.

Sapete perché? Perché loro fanno politica da prima che voi nasceste. Poco importa che il 1968, il 1977, i movimenti, i girotondi, i cobas, i vari Partiti Della Ricostruzione Comunista, della Rinascita Comunista, i Movimenti Operai di Nonna MAtrioska, i Sindacati di Base dei Lavoratori Trivellati Uniti, siano TUTTI FALLITI MISERAMENTE NEL NULLA.

Cioé, "aver fatto politica" sembra essere un bene a prescindere dal fatto che si sia fatta una merda catastrofica, perdente ed inefficace. E' come se "faccio il medico da 40 anni" e "faccio il medico da 40 anni: non si e' salvato un solo paziente" fossero la stessa cosa. Ebbene, questi signori hanno collezionato la piu' catastrofica collana di movimenti inutili e perdenti della storia contemporanea, ma "facevano politica da prima che voi nasceste".

Ma lasciamo andare, perché ora chiarisco anche il SECONDO tipo di parassita delle foglie di partito.

L'avvocato. È un genere un avvocatucolo da quattro soldi, che ha sempre vissuto difendendo piccoli delinquenti e attivisti politici. Quelli che hanno fatto la scazzottata di qui, l'anarchico che ha picchiato il carabiniere, e gli operai che si sono sprangati... il suo ufficio ha mobili in legno scuro del triassico, puzza di fumo piu' di una ciminiera di Chernobyl e ha un sacco di ritagli sul giornale, di quando ha difeso il tale estremista politico. Piu' qualche articolo sugli anarchici toscani, che fa sempre simpatia ai nuovi clienti.

Se non è un vecchio avvocato è in genere un figlio di avvocati, o il giovane avvocato di uno studio come descritto sopra. Cerca clienti, ammanicamenti, poltroncine.

Entra nella sede del vostro piccolo partito, e se nota delle teste calde, si attesta immediatamente come simpatizzante esterno, simpatizzante, o qualcosa del genere. Se non ci sono teste calde ci saranno, perché comunque parlerà di voi a tutte quelle che conosce. E anche lui, ovviamente, vi darà una mano per le "questioni legali". Ovviamente si prenderà la sua parte in qualche modo, si godrà il fatto di poter chiamare l'assessore o altri, e si sa, se serve un avvocato nel partito... vai da lui, no?

L'avvocato diventa, grazie alla sua preziosa consulenza, un assessore. Poi si mette a fare qualche manino, e vi tocca espellerla senza se e senza ma. Non metto in dubbio la vostra buona fede. È solo che si tratta di elementi che infestano la politica e le sezioni italiane da almeno 40-50 anni, quindi so: il vostro albero è sicuramente sano, MA questi funghi hanno attaccato le foglie. Le sezioni locali. E da lì, il partito. Queste persone NON HANNO mai creduto nelle cose in cui credete voi: sono solo saliti a bordo cercando occasioni.

A questo punto sarete già morti di farlocchite, anche se probabilmente non abbastanza velocemente per un veloce recupero. In Italia, i problemi dei nuovi movimenti, o dei movimenti avanguardisti sono, per l'appunto, le manovre di intelligence ordite dallo Stato (di diritto? o è l'esercito a creare il diritto?) e i bifolchi d'oltretomba.

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