(ASI) Il caso dell'italiano Chico Forti, detenuto negli Stati Uniti per un omicidio che pare non aver commesso, potrebbe essere un argomento di discussione tra il ministro della Giustizia Paola Severino, durante il suo viaggio del prossimo giugno a Washington, e rappresentanti istituzionali statunitensi. La criminologa Roberta Bruzzone, che si sta occupando del caso da un paio d'anni, ha preparato un rapporto su come sono andati i fatti che consegnerà presto alla Farnesina.
Questo rapporto stilato dalla famosa criminologa ligure dimostra che "Chico è rimasto vittima di regole sbagliate e procedure manipolate. In definitiva, che i suoi diritti sono stati violati", come anticipato dallo zio di Chico, Gianni Forti, ad un giornale trentino. Il contatto con la Farnesina avverrà nei prossimi giorni.Attualmente, prosegue Gianni Forti, "Bruzzone e Ferdinando Imposimato, l’ex magistrato che ora è di fatto il legale italiano di Chico, hanno avuto contatti con il ministero della Giustizia. Ci è stato assicurato che il ministro Severino si farà carico della questione ai primi di giugno, quando si recherà in visita ufficiale a Washington. Ma al tempo stesso ci è stato detto che il loro dicastero non è competente e che è necessario un passo della Farnesina".
Nei giorni scorsi anche Fiorello, durante una sua trasmissione, ha denunciato la situazione d'ingiustizia che sta vivendo questo nostro connazionale in un carcere Usa. Al riguardo, ecco l'opinione dello zio Gianni: "Il fatto è che i nostri politici si muovono solo se pungolati dal sistema mediatico, che può metterli alla berlina nel caso in cui non si occupano di determinate vicende: forse così possono essere stimolati ad attivarsi su questa incredibile storia". Il documento stilato da Roberta Bruzzone (autrice della prefazione del libro "Le voci del silenzio - storie di italiani detenuti all'estero", scritto dai redattori di ASI Fabio Polese e Federico CencI) ha propositi esclusivamente politici, visto che dal punto di vista giudiziario nulla può essere più fatto per Chico: il caso non può essere riaperto, perché definitivamente passato in giudicato. Non ci sono insomma spazi per revisioni del processo.