(ASI) Lettere in Redazione. Terni Il 13 maggio a Roma si svolgerà la “grande” Marcia degli integralisti cattolici dei movimenti “per la vita”. In realtà si configura come una *manifestazione contro le donne che scelgono liberamente di abortire: la prima in Italia da quando è stata approvata la legge dello Stato italiano, la 194 del 1978.
Fa comodo occuparsi dello “status”dell’embrione per controllare i corpi delle donne, torturarle psicologicamente, fisicamente, così da renderle fragili e dipendenti. e la vita è un bene fondamentale per tutti, come proclamano dai loro siti, allora perchè questi signori e signore si arrogano il diritto di decidere quale vita è degna di essere vissuta e quale no? Perché la retorica pro-life non si esprime sulle donne morte
ammazzate quotidianamente dai loro italianissimi mariti e fidanzati (dall’inizio dell’anno sono già 60!) e su quelle che quotidianamente subiscono oppressione, *violenze *psicologiche e fisiche, nelle famiglie, sui luoghi di "lavoro" o nelle italiche carceri? Perché non si esprimono contro la pena di morte? Quelle non sono vite? Che hanno da dire in proposito? Perché non si esprimono sulle stragi silenziose e quotidiane di uomini e donne morti in mare, nei deserti, rinchiusi (per status e non per “colpa”) o sulle donne stuprate nei Cie (Centri d’identificazione ed espulsione)? Quelle non sono forse vite? Forse no, perché si turberebbe il privilegio di essere bianchi e occidentali. Chiediamo, quante sono le persone che hanno firmato l’appello contro il femminicidio (segnalato anche dall’ONU!) che sfileranno in questa marcia? Qualcuno di loro spiegherà mai perché siano così perspicaci nell’impedire ogni forma di *prevenzione* all’aborto (educazione sessuale, contraccezione)? Tutto ciò che riguarda il corpo e la salute delle donne*, ogni decisione fondamentale nelle loro vite appartiene e riguarda solo loro! E’ proprio contro la libertà e l’autodeterminazione delle donne che questi “movimenti” marceranno. Vogliono farci ritornare indietro di secoli… L’assemblea femminista *Le De’genere di Terni denuncia *fortemente questa*“caccia alle streghe” del terzo millennio.
Con Giorgiana Masi – studentessa uccisa dalla polizia a Roma il 12 maggio 1977 durante una manifestazione – nel cuore.
LE DE'GENERE
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