(ASI) Roma – "I dati dell'anagrafe tributaria sono importantissimi e fondamentali per le sfide epocali che stiamo affrontando, dal calo delle nascite alla longevità. Vanno quindi valorizzati nel modo giusto, senza lasciarli all'arbitrio degli algoritmi o degli interessi economici, ma attraverso una governance trasparente, competente e politicamente responsabile con cui il cittadino ha il diritto di sapere chi accede ai suoi dati, come vengono usati e per quali finalità", spiega Giulio Centemero, deputato della Lega e vicepresidente della commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria, durante il convegno "I sistemi informativi del fisco per il contrasto all'evasione fiscale. Nuovi strumenti e tutela del contribuente" in corso alla Camera del Deputati.
"Il lavoro di questa commissione è focalizzato per evitare proprio che ne avvenga un uso distorto. E' il fondamento della fiducia tra Stato e contribuente e questa consapevolezza ci impone di vigilare con particolare attenzione sullo sviluppo delle normative europee. In questo contesto sì inserisce la mia personale preoccupazione nei confronti del pacchetto digital Omnibus recentemente presentato alla commissione europea perché quello che si profila un cambio di paradigma, non motivato da una visione organica ma solo da una oscillazione politica, ha prodotto una mole imponente di norme che spesso hanno compresso la libertà di impresa e ostacolato lo sviluppo economico. La legislazione dell'innovazione è importante soprattutto nel nostro Paese e la competitività, a cui tengo moltissimo, non può significare una deregulation discriminata o sottomissione agli interessi delle big tech. A tal proposito - prosegue Centemero - i data center devono diventare infrastrutture strategiche sullo stesso piano delle reti energetiche o delle telecomunicazioni, dotati di standard elevati di cybersecurity, governance pubblica e trasparenza. Serve una politica digitale coerente, stabile, lungimirante. Una regolazione intelligente, capace di bilanciare tra innovazione e tutela, mercato e dignità, competitività e diritti. Solo così - conclude - potremmo costruire un ecosistema digitale europeo giusto, sostenibile e sovrano".



