(ASI) - Giuseppe Conte è stato confermato presidente del Movimento 5 Stelle con l’89,3% dei voti. Il voto online degli iscritti si è chiuso ieri domenica pomeriggio alle 18. Su 101.783 iscritti aventi diritto, hanno partecipato 59.720 persone, ossia pari al 58,67% degli aventi diritto; i voti favorevoli sono stati 53.353, mentre i contrari 6.367. La percentuale a favore della riconferma è stata pari all’89,3%.
La riconferma è stata annunciata dai principali canali di agenzia ed è stata successivamente ripresa dalle testate nazionali nel corso della giornata. Le comunicazioni ufficiali forniscono i dati numerici della consultazione e richiamano il dato della partecipazione al voto come elemento centrale per la legittimazione interna.
Alcune critiche si sono levate a seguito di limiti procedurali, in quanto legati alla presenza di un unico candidato. Analisti e osservatori interni hanno infatti definito la tornata elettorale come una sorta di “plebiscito” per la leadership. Oltre al risultato percentuale schiacciante, è stato messo anche in evidenza il tasso di partecipazione come indicatore di consenso reale. Tuttavia è abbastanza chiaro che a votare per il presidente è stata una parte davvero irrisoria dei simpatizzanti del Movimento 5 Stelle. I 53.353 votanti, sono ben poca cosa, se commisurati a tutti coloro che li hanno votati nel 2022: secondo i dati ufficiali, il Movimento 5 Stelle (M5S) alle Elezioni politiche italiane del 2022, ha ottenuto circa 4.435.554 voti alla Camera dei Deputati.
Nel quadro politico nazionale la conferma di Conte arriva mentre il Movimento affronta questioni di posizionamento e di rapporto con altri soggetti politici. Nei giorni precedenti la votazione erano infatti emersi temi piuttosto infuocati, come la gestione del simbolo e le regole per le “correnti interne”, che sono stati oggetto di dibattito pubblico.
In chiave politica il risultato dà adito a due diverse letture: i sostenitori di Conte interpretano l’ampia percentuale di sì, come mandato per consolidare la linea politica del Movimento e per rafforzare ruoli istituzionali e interlocuzioni parlamentari; i critici invece sottolineano che una conferma su una base elettorale interna ridotta rispetto al totale degli iscritti non esaurisce il tema in termini di rappresentatività.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



