(ASI) “Lo Stato non abbandoni i dipendenti delle imprese sequestrate alla mafia, perché sottrarre una impresa alla criminalità organizzata è un atto di liberazione, ma a pagarne il prezzo sono spesso i lavoratori che si ritrovano sotto il giogo del ricatto dei poteri criminali o senza lavoro.
L’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati costituisca un ufficio ‘Attività Produttive e Sindacali’ capace di coordinare le attività delle aziende confiscate, con particolare riferimento a quelle del settore delle costruzioni, e le utilizzi nell'ambito dei lavori di manutenzione e ristrutturazione del patrimonio immobiliare sequestrato o confiscato in tutto il territorio nazionale”. Lo dichiara il senatore del Pd Achille Passoni, che ha sottoscritto la raccolta di firme lanciata dalla Fillea Cgil per tutelare i lavoratori sfruttati dalla criminalità organizzata.
“Un sistema produttivo sano- continua Passoni - libero dalle infiltrazioni della criminalità organizzata, è un ingrediente fondamentale per l’azione antimafia, perché stronca alla radice il circolo vizioso dell’economia criminale che si autoalimenta. Quando un impresa viene giustamente sequestrata alle mafie, spesso però accade che quell’ impresa non riapra più i battenti e i dipendenti sono vittime di questo effetto collaterale".
"Per non offrire nuovamente manodopera al sistema criminale sarebbe opportuno utilizzare, sotto la regia dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, le imprese sequestrate o confiscate attive del settore delle costruzioni per valorizzare lo stesso patrimonio immobiliare confiscato. In questo modo – conclude Passoni - la bonifica del tessuto economico sarebbe più completa, offrendo ai lavoratori quella rete di protezione senza la quale rischiano di essere nuovamente risucchiati dall’economia criminale.”