(ASI) Un'ondata di critiche dal Partito Democratico si abbatte sul Governo Meloni dopo l'intesa commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti, che prevede dazi al 15% su numerosi prodotti europei.
Parlamentari e dirigenti Dem accusano la premier italiana di aver accettato un accordo penalizzante per imprese e lavoratori, subordinando l’interesse nazionale ai rapporti ideologici con Donald Trump. La linea sovranista, definita miope e dannosa, avrebbe portato a una resa che rischia di mettere in ginocchio l’economia italiana, generando ripercussioni occupazionali, perdite nelle esportazioni e nuove dipendenze energetiche e militari. sI riportanto sull'argomento le dichiarazioni dei parlamentari del PD: Alessandro Zan, Marta Bonafoni, Camilla Laureti, Marina Sereni e Marco Furfaro.
Zan (Pd): "Dazi 'sostenibili'? Meloni lo dica a lavoratori e imprese"
(ASI) "Di fronte a un accordo disastroso Ue-Usa, Meloni dice che i dazi al 15% sono 'sostenibili'. Per chi, per lei? Lo vada a dire agli imprenditori e alle lavoratrici e lavoratori che rischiano di perdere il lavoro. Meloni per mesi si è venduta come la pontiera fra Italia e Stati Uniti, ma la sua strategia si è rivelata fallimentare: ha svenduto il nostro Paese a Trump senza ottenere nulla in cambio. E anche ora, di fronte a una resa che metterà in ginocchio l'Italia, continua a difendere il suo 'amico'. Peccato che il ministro del suo Governo, Giorgetti, aveva detto che i dazi oltre il 10% sarebbero stati insostenibili. Si mettano d'accordo e soprattutto spieghino agli italiani cosa intendono fare per salvare economia e posti di lavoro". Così in una nota Alessandro Zan, componente della segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Dazi, Bonafoni (Pd): Italia penalizzata da un asse sovranista miope
(ASI) "L'intesa sui dazi non è un successo negoziale, ma una riduzione del danno, frutto di una trattativa condotta con ritardo e debolezza. L'Italia ha avuto un ruolo marginale, schiacciata da una linea ideologica che ha preferito l'affinità tra Meloni e Trump alla tutela degli interessi nazionali. Un asse sovranista, chiuso e autoreferenziale, non può produrre nulla di utile. Il risultato è un compromesso al ribasso che colpisce imprese, lavoratrici e lavoratori, dimostrando ancora una volta l'inadeguatezza del sovranismo davanti alle sfide globali. Serve un'Europa forte e solidale e un'Italia capace di far valere la propria voce, senza subalternità né propaganda." Così in una nota, Marta Bonafoni, coordinatrice della Segreteria nazionale del Partito Democratico con delega al Terzo Settore e all'Associazionismo.
Dazi: Laureti(Pd), resa Ue colpa dei nazionalismi e incapacità Meloni
(ASI) "La resa dell'Europa. La colpa dei nazionalismi. L'irrilevanza del governo Meloni. Il vantaggio di Trump, da cui compreremo armi e gas liquido salvaguardando gli interessi delle big tech, che sono base del suo consenso. Ecco cosa significa l'accordo sui dazi al 15%. Più che un fallimento, una debacle! Chiediamo al governo di colmare il suo colpevole ritardo: serve un piano di sostegno sulla scia di quanto già fatto - da tempo - dalla Spagna. E poi accelerare la firma di nuovi accordi commerciali giusti ed equi con altre aree del mondo, rafforzare la domanda interna superando le barriere commerciali ancora esistenti nell'Unione e affrontare seriamente la questione salariale che, soprattutto in Italia, è una ferita aperta economico-sociale a cui la destra non ha dato risposta. Se non la risolviamo, difficile pensare di rilanciare i consumi. Non c'è più tempo da perdere! Ne abbiamo già perso troppo a causa dell'incapacità di Meloni e dei nazionalisti. Da noi e a Bruxelles". Così in una nota Camilla Laureti eurodeputata del Pd e vicepresidente di S&D.
Dazi: Sereni (Pd), un grande accordo per Trump una resa per UE
(ASI) "Ci vuole un bel coraggio dalle parti di Palazzo Chigi a considerare l'intesa di ieri tra Ursula Von Der Leyen e Trump un buon accordo. Dazi aggiuntivi del 15%, l'impegno europeo a comprare gas e armamenti per centinaia di miliardi nei prossimi tre anni e ad investire di più negli USA, la rinuncia a tassare i colossi del web. Non osiamo pensare cosa possa essere per Meloni e i suoi ministri un cattivo accordo! In uno scenario in cui, tra l'altro, non è affatto vero che si supera l'incertezza. Perché mancano ancora molti dettagli per settori cruciali, come quello della farmaceutica, e perché, come ci insegnano i negoziati di questi mesi con altri Paesi, da Trump possiamo ancora aspettarci altre brutte sorprese. L'UE, seguendo la linea di Meloni e Merz, ha accettato una resa. Ora smettano con la propaganda e si diano da fare almeno per contenere i danni sulle imprese e i lavoratori italiani ed europei". Così in una nota Marina Sereni responsabile Sanità nella segreteria Pd.
Dazi: Furfaro(Pd), Meloni da sovranista a zerbino"Dicevano 'intesa zero a zero'.
(ASI) Assicuravano che Giorgia Meloni, la 'pontiera', avrebbe difeso l'Italia. E invece l'accordo con Trump è una disfatta totale. Dazi al 15% sui prodotti europei, centomila posti di lavoro a rischio solo in Italia, 23 miliardi di euro del nostro export che rischiano di andare in fumo. E ancora: obbligo di comprare 750 miliardi di dollari di gas liquefatto americano, di investire 600 miliardi negli Stati Uniti, di acquistare montagne di armi statunitensi. Non un negoziato, non una trattativa, ma una resa incondizionata. Avallata da chi si riempie la bocca di 'sovranismo', ma in questi mesi ha fatto da zerbino a un miliardario americano che vuole disintegrare l'Europa. Altro che 'prima gli Italiani'". Lo scrive su Instagram Marco Furfaro, responsabile Welfare nella segreteria nazionale del Pd.



