(ASI) Marino, Lazio – Una preoccupante dinamica politica si fa largo tra i corridoi delle istituzioni e il campo largo locale: il Partito Comunista Italiano lancia l’allarme su quella che definisce una nuova “ conventio ad excludendum”, ovvero una strategia non dichiarata, ma tangibile, per marginalizzare voci alternative, autonome e non allineate al binomio centrodestra–campolargo.
Secondo i rappresentanti locali del PCI, le recenti posture di alcuni dirigenti politici, tra selfie celebrativi, eventi patinati e ritorni strategici, sembrano mirare più a escludere che a includere. “Troppi ritorni, troppi saltarelli, troppi distinguo: ma per fare cosa?” si chiedono, sottolineando il fastidio che susciterebbe la nascita di nuove personalità critiche e indipendenti – come il movimento Essere Marino – capaci di porre domande scomode sulle scelte amministrative, passate e presenti.
La denuncia del PCI va oltre il locale: si punta il dito contro il perpetuarsi di un dualismo politico ritenuto artificiale, centrodestra vs campolargo, che non offre risposte alle reali esigenze dei cittadini. Per i comunisti, “il Paese ha già bocciato in passato queste distorsioni antidemocratiche, nate dalla guerra fredda e inadatte alla vita amministrativa delle comunità italiane”.
“Non ci stiamo” – dichiarano con fermezza – “Vogliamo difendere l’alternatività, la vera pluralità politica e sociale. Sosteniamo chi rompe il conformismo con contenuti, con lotte, con visioni differenti”. È anche un appello alla cittadinanza, affinché non si lasci abbagliare dalle dinamiche paludate della politica e guardi con interesse ai nuovi protagonisti capaci di proporre progetti concreti per Marino e per il Paese.
In vista delle amministrative 2026, il PCI invita a rompere l’inerzia: “Viva l’Alternatività. Viva la proposta. Viva i futuri buoni governanti di cui il nostro comune ha bisogno”. Così dichiara in una nota del PCI di Marino Sezione “E. Berlinguer”.



