(ASI) "Le dichiarazioni del ministro Lollobrigida contro l'ipotesi di un Fondo Unico per la PAC dimostrano ancora una volta l'ipocrisia del governo Meloni: mentre si erge a difensore dell'agricoltura italiana, continua a sostenere politiche liberiste e speculative che da anni stanno strangolando le aziende agricole di piccola e media dimensione, i braccianti, le comunità rurali.
Ribadiamo con forza l' opposizione a ogni ipotesi di taglio delle risorse alla Politica Agricola Comune, ma denunciamo anche l'impianto strutturalmente iniquo della PAC così com'è oggi: una politica che premia le grandi imprese agroindustriali e penalizza l'agricoltura contadina, le produzioni locali, l'agroecologia.
Serve una vera rifondazione della PAC, non la difesa a oltranza di un sistema distorto. Occorre sostenere chi produce cibo sano, a basso impatto ambientale, in condizioni di lavoro dignitose e con legami forti con il territorio. È il momento di dire basta ai sussidi milionari ai colossi del settore e alla distribuzione selvaggia delle terre a fini speculativi.
Il ministro Lollobrigida e il governo Meloni parlano di "sovranità alimentare", ma nei fatti difendono gli interessi della grande proprietà, degli agribusiness e delle filiere dominate dalla grande distribuzione. Una retorica che nasconde la totale assenza di una politica agricola pubblica a favore dei piccoli produttori, dei lavoratori agricoli – spesso sfruttati e ricattati – e della transizione ecologica.
Noi ci schieriamo con l'agricoltura popolare, contadina e cooperativa, con chi lotta per la giustizia climatica e alimentare, con chi difende la terra e la dignità del lavoro contro le logiche del mercato e del profitto. Per questo chiediamo il rifiuto di ogni taglio alla PAC a partire dal prossimo bilancio UE, la redistribuzione dei fondi a favore di piccoli produttori, cooperative e progetti agro ecologici, la tutela dei diritti dei lavoratori agricoli – italiani e migranti – contro caporalato e sfruttamento, e l'elaborazione di un piano pubblico per la sovranità alimentare, fondato sulla tutela dei beni comuni, il sostegno alla filiera corta e l'accesso alla terra per giovani e nuove generazioni. L'Europa non ha bisogno di una PAC neoliberista condita da sovranismo, ma di una nuova politica agricola giusta, sociale, ecologica". È quanto dichiara Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.



