(ASI) In Italia ci sono 12 milioni di cittadini che non pagano nulla di Irpef. Se fossimo in un Paese normale, ci sarebbe da essere dispiaciuti pensando che così tanti nostri concittadini vivono male.
Però, siccome sappiamo di avere anche il record mondiale di evasione fiscale, che ammonta, secondo le stime, a circa 100 miliardi di euro l’anno, questi milioni di poveri, a noi del ceto medio, che sopportiamo il 64% di tutta l’Irpef (1.027,7 miliardi, 57,5 miliardi in più rispetto all’anno precedente), i cosiddetti cirenei del fisco, ci indispettiscono e ci fanno arrabbiare, anche molto. Perché basterebbe alzare le detrazioni fiscali dal 19 al 50% per abbassare drasticamente la convenienza dei pagamenti in nero. Ma i politici non possono pensare a una rivoluzione di questo genere: per avere più voti servono i condoni. In questo (purtroppo solo in questo) Matteo Salvini è un maestro.
Sarà certamente vero che ci sono quelli che stanno male, ma penso, con irritazione, che tra costoro, con zero imposte, ci sia anche il mio pescivendolo che, da decenni, mi vende pesce fresco, peraltro buonissimo, ma in così tanti lustri non mi ha mai rilasciato una ricevuta, uno scontrino, nemmeno uno, mai. E ha la pescheria proprio di fronte agli uffici della cosiddetta polizia locale, gli ex vigili urbani. Tra quelli che non pagano un euro c’è certamente anche quel tizio che, vicino al mare, in Calabria, ha un parcheggio per un centinaio di posti e non rilascia, nemmeno lui, mai, la ricevuta. Una volta ho provato a chiedergliela: di malavoglia me l’ha data, ma quando gli ho fatto notare che su un centinaio di autovetture lì parcheggiate ogni giorno non c’è mai una ricevuta, mi ha risposto, con fare minaccioso, di non impicciarmi di cose che non mi riguardano. Gli ho risposto che non è vero che non mi riguardano: siccome io pago regolarmente le imposte, vorrei che le pagassero tutti, così io pagherei, forse, un po’ meno. Mi ha replicato, con fare ancora più minaccioso, che se non mi va bene posso andare da un’altra parte. Non è previsto il ravvedimento, né operoso né virtuale. Solo che in quel posto meraviglioso, praticamente, c’è solo quel parcheggio. E lì passano, diverse volte al giorno, gli agenti della polizia locale, i carabinieri e la polizia. E, incredibilmente, nessuno si accorge mai di niente.
Poi – e finisco per non annoiare, perché gli episodi sono pressoché infiniti, con l’idraulico, l’elettricista, il muratore, ecc. – c’è da mettere tra quei miserabili anche il dentista che, nel preventivo per la protesi, ha messo solo un terzo in fattura, il resto in nero. Ecco l’invidiabile (per gli evasori) Paese delle meraviglie.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia