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L'Italia acquisterà 40 aerei F-35 in meno, risparmiando 5 miliardi di euro. I diversi pareri in merito
(ASI) Lettere in Redazione. Il Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, nel piano illustrato alle Commissioni parlamentari, ha annunciato la riduzione in dieci anni del 20% del personale militare e delle spese militari.

Ha anche comunicato che l’Italia proseguirà nell’impegno del progetto dell’assemblaggio a Cameri (Novara) del super-caccia F-35 JSF, impegno sottoscritto dai vari governi italiani dell’ultimo decennio e definitivamente e ufficialmente confermato dall’ultimo governo Berlusconi, anche perché in tale progetto l’Italia ha già investito ben 2,5 miliardi di euro. Ha però confermato che l’impegno dell’Italia per l’acquisto di 131 aerei F-35 per circa 16 miliardi di euro verrà ridimensionato, con l’acquisto di soli 90 super-caccia, con un risparmio per lo Stato di circa 5 miliardi di euro. Ovviamente, gli acerrimi nemici del governo “tecnico” stanno già dicendo che si tratta di poca cosa e che intanto il progetto va avanti. Per quanto ci riguarda, constatiamo che ci è voluto un governo “tecnico” per ridiscutere un progetto e ridimensionare un enorme costo per l’Italia che, invece, i vari governi di centrosinistra e, soprattutto, l’ultimo governo Berlusconi, hanno pervicacemente voluto, difeso, approvato e magnificato. E di questo prendiamo atto!
Il Comitato “Disamericanizziamoci” del Verbano-Cusio-Ossola e Novara


Di parere diverso è un altro lettore che ci scrive: 
L'acquisto degli F35, sia pure ridimensionato di numero, da 131 a 90, resta comunque un affare concluso nell'ambito dei piani NATO voluti dagli americani. Non è dunque solo una questione economica, infatti toglie risorse alla lotta alla disoccupazione giovanile, alla spesa sociale, alle innovazioni nel campo energetico, alla tutela dell'ambiente - ogni esemplare di queste armi di distruzione costa la bellezza di circa 100 milioni di euro - è anche una questione politica. Infatti l'acquisto trascura questo "dettaglio" e difende Monti nelle sue scelte di politica militare ed estera. Questo, alla vigilia di una possibile guerra contro la Siria o l'Iran, in cui le basi NATO italiane sarebbero di certo coinvolte, è inaccettabile e pone Rebecchi sempre più distante dalla linea nazionalpopolare e nazionalpatriottica.
 



Altro contributo al dibattito: 
La questione delle armi è piu' complessa di quanto possa sembrare. fermo restando che al momento si tratta di asservimento totale alle logiche di potere dell'industria militare statunitense,resta il fatto che la modernizzazione delle forze armate è una necessità intrinseca ad ogni paese. non è facile quindi riuscire a separare le due fasi, che peraltro restano intrinsecamente unite. senza la presenza, sia pure in subordine, delle nostre forze armate nei teatri di guerra che interessano gli atlantici, non avremmo quadri dell'esercito con un minimo di esperienza militare sul campo. Che poi sia difficile ottenere una situazione di "indipendenza" tale da poter utilizzare queste forze nell'interesse nazionale ( ma non è detto....basti pensare alla Persia di Reza Pahlavi o al Pakistan di oggi), è un altro discorso. gv.



I tagli alle spese militari sono provvedimenti positivi del governo
Pur non essendo sostenitori del governo Monti in quanto contrastiamo la visione del mondo ultra liberista, nel contempo non possiamo non essere contenti dui due cose che tale governo sta facendo:
1° la riduzione delle spese militari e la riduzione degli acquisti di 40 aerei che da soli ci faranno risparmiare 5 miliardi di Euro
2° la decisione di far pagare l'ICI alla chiesa per tutte le attività che sono commerciali.
E' del tutto inutile che qualcuno ci ricordi che c’è una contraddizione nell’essere comunque d’accordo, nell’acquisto anche di pochi F35. Ossia di quei strumenti bellici di cui l’Italia non ha assolutamente necessità e che oltretutto e sono mezzi militari, che vanno ad arricchire l’industria militare Usa e che servono per far sostenere all’Italia la politica filo atlantistica e israeliana nei vari scenari del mondo. Non siamo nè sciocchi né ciechi da non capirlo, ma ci pare che questa scelta politica internazionale verrebbe comunque adottata dal governo anche senza i risparmi. Da notare che i risparmi ottenuti sulle spese militari, specie in una situazione di oggettiva crisi per tutti i cittadini e per le famiglie, possa essere una buona cosa e che il non vederlo esibendo solamente l'aspetto negativo che non sfugge a nessuno sia scorretto, pregiudiziale, non obiettivo e politicamente errato perché in politica a volte anche la scelta del male minore é una scelta giusta rispetto a quella del male maggiore, come dovrebbe essere ovvio per chiunque!
Quanto all'ICI alla chiesa, dato che lo Stato deve essere laico non c'era alcun motivo di fare dei favoritismi di natura confessionale a nessuno.
Se poi i cattolici vogliono fare opere di bene ( posto che quelle siano sempre opere di bene.. ), lo facciano pure, ma con i loro soldi e non con i nostri!
E.M.



 
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