(ASI) Le parole del Presidente Mattarella sui rischi legati all'affermarsi di spinte protezionistiche sono importanti in un momento in cui il valore dell'italian sounding ha superato i 120 miliardi di euro e minaccia di crescere ancora con la guerra dei dazi.
È quanto afferma la Coldiretti nel commentare le parole del Capo dello Stato al Forum della Cultura dell'olio e del vino. Il fenomeno dei falsi prodotti italiani colpisce, seppur in misura diversa, tutti i prodotti, a partire da quelli a Denominazione di origine, e riguarda soprattutto i Paesi ricchi, con in testa gli Usa, dove la produzione di "tarocchi" ha superato i 40 miliardi in valore.
Un business che potrebbe trovare una ulteriore spinta proprio dall'eventuale imposizione di dazi sull'agroalimentare Made in Italy. L'aumento dei prezzi degli "originali" porterebbe i consumatori americani a indirizzarsi su altri beni più a buon mercato, a partire dai cosiddetti "italian fake". Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa è in realtà prodotto in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall'Asiago al Gorgonzola, dalla mozzarella fino al Provolone. Ma il problema riguarda un po' tutte le categorie, dall'olio d'oliva ai salumi fino a passata e sughi.
Se l'aumento delle tariffe dovesse interessare l'intero agroalimentare – spiega Coldiretti -, il costo stimato per le singole filiere sarebbe di quasi 500 milioni solo per il vino, circa 240 milioni per l'olio d'oliva, 170 milioni per la pasta, 120 milioni per i formaggi, con un inevitabile calo delle vendite.
Secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, i dazi imposti durante la prima presidenza Trump su una serie di prodotti agroalimentari italiani avevano portato a una diminuzione del valore delle esportazioni (confronto annuale tra 2019 e 2020) che è andata dal -15% per la frutta al -28% per le carni e i prodotti ittici lavorati, passando per il -19% dei formaggi e delle confetture e il -20% dei liquori. Ma anche il vino, seppur non inizialmente colpito dalle misure, aveva fatto segnare una battuta d'arresto del 6%.
Proprio per scongiurare una guerra commerciale che avrebbe effetti pesantissimi sull'economia dei Paesi, Coldiretti e National Farmers' Union (Nfu), le due principali organizzazioni agricole che rappresentano milioni di agricoltori su entrambe le sponde dell'Atlantico, hanno scritto una lettera al presidente degli Stati Uniti Donald Trump e alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per chiedere con urgenza la fine dell'escalation che sta colpendo in modo diretto e pesante il settore agricolo, minacciando la stabilità dei mercati, la sicurezza alimentare e la sostenibilità economica.
Coldiretti e Nfu denunciano che l'attuale clima di scontro rischia di compromettere il ruolo strategico dell'agricoltura per la sicurezza alimentare, la tutela ambientale e la stabilità sociale. Le due organizzazioni richiamano i rispettivi governi alla responsabilità, invitandoli a fermare immediatamente questo ciclo dannoso di dazi e contro-dazi e ad aprire un dialogo trasparente e costruttivo.