Avviato ieri il primo confronto tra Governo e parti sociali sulla riforma fiscale. “Vogliamo i fatti, adesso siamo ancora alle parole”, così il Segretario Generale della CGIL al termine dell'incontro. La posizione della Confederazione riprende la piattaforma ‘Per un fisco giusto’: colpire evasione e rendite, alleggerire il carico su lavoratori dipendenti e pensionati»
Ridurre il carico fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni, scaricando su altre fonti di reddito la ricerca di risorse necessarie e al tempo stesso lavorare seriamente per contrastare l'evasione fiscale. E' attorno a questi punti, che secondo il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, è necessario lavorare per una riforma fiscale equa e giusta. “Chiediamo di colpire i grandi patrimoni” ha ribadito il leader della CGIL, in occasione del primo confronto, avvenuto di recente, tra Governo e parti sociali sulla riforma fiscale. Quando si hanno poche risorse a disposizione è necessario fare una scelta “devi dare a qualcuno e prendere da qualche altra parte. Se non si fa così - ha spiegato Epifani - non si va avanti”.
Avviato ieri al Ministero dell'Economia, il processo per arrivare alla revisione del sistema tributario. Le parti sociali, torneranno ad incontrare il Governo tra tre, quattro giorni. Per ora sono stati delineati i contorni di tale riforma, che prevedrebbe “un'attenzione prioritaria alla famiglia, senza impegnare il potenziale gettito che potrebbe arrivare dall'evasione fiscale, prima di averlo incassato, e non toccando la tassazione dei bot”, una riforma che passerà attraverso tre fasi: la raccolta di dati e la loro analisi; una legge delega in Parlamento e infine, una serie organica di decreti allegati.
“Vogliamo i fatti. Adesso siamo ancora alle parole”. Ha commentato al termine del tavolo il Segretario Generale della CGIL, che ha aggiunto “è necessario guardare ad un intervento sulle rendite finanziarie, la cui difesa finirebbe per reiterare una logica di 'vecchie gerarchie' mentre serve, invece, liberare 'nuove energie'”. “Bisogna fare in fretta - ha concluso Epifani - perchè una parte delle risposte non può andare troppo in là. Da qui a due, tre anni c'è una parte del Paese che paga più tasse di tutti, una parte che non ce la fa”.
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