(ASI) Roma, "Invece di proseguire con le litanie sui soldi che non ci sono, cercando di stordire gli italiani, il Governo faccia un passo avanti per correggere il vizio d'origine, ovvero il Patto di stabilità. Accettato servilmente da Giorgetti a fine 2023, e addirittura firmato definitivamente per l'Italia da uno sconosciuto sottosegretario al ministero dell'agricoltura, il leghista Luigi D'Eramo, il Patto offre un piccolo spiraglio.
Nel pacchetto normativo, infatti, si stabilisce la possibilità per gli Stati membri di far partire un meccanismo di revisione di calcolo di alcuni parametri, che per l'Italia significano tagli lacrime e sangue per i prossimi sette anni. Il principale parametro è il Pil potenziale, in pratica una grandezza in base alla quale si calcola il taglio del deficit imposto a ciascun Paese. Peccato che per l'Italia questo Pil potenziale sia stato e sia costantemente sottostimato, come spiegano autorevoli economisti, comportando l'obbligo di pesantissimi tagli al deficit, che significano tagli a sanità, istruzione, lavoro, pensioni, investimenti. Dopo il clamoroso fallimento politico di Giorgia Meloni, contraddistinto dalla supina accettazione di un Patto scritto in Germania, con Giorgetti solo informato, il Governo ha l'occasione per tirare fuori un po' di vero coraggio sovranista. Eserciti subito la clausola di modifica prevista in un Regolamento alla base del Patto. Diversi studi economici ci dicono che l'Italia potrebbe evitare tagli a regime fino a 15 miliardi di euro l'anno. Risorse vere da mettere a disposizione di medici, infermieri, insegnanti, piccoli imprenditori, pensionati, coppie strangolate dal caro vita e dal caro mutui. Non è vero che i soldi non ci sono: i soldi ci sono e non trovarli è solo il frutto di una precisa scelta politica di cui il Governo Meloni deve assumersi la responsabilità. Se ha gli attributi per invertire la rotta, il Governo lo faccia, a partire dal Patto di stabilità e magari dall'approvazione di una vera tassa sugli extraprofitti bancari". Lo comunica in una nota il senatore Pietro Lorefice, segretario di presidenza del Senato e capogruppo M5S in Commissione politiche europee a palazzo Madama.