Foad Aodi (Amsi): Negli ultimi 5 anni si assiste ad un pericoloso e drammatico aumento del 42% degli infortuni sul lavoro ai danni di cittadini stranieri. È il fallimento della politica!

Amsi-Uniti per Unire: escalation di morti e incidenti sul lavoro tra i cittadini stranieri. La triste e drammatica realtà della schiavitù moderna è sotto i nostri occhi in Italia. Chiediamo giustizia per  Satnam Singh e per tutti i morti sui posti di lavoro.

(ASI) Roma - A nome dell'Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia e del Movimento Internazionale Uniti per Unire, da sempre in prima linea per le coraggiose battaglie finalizzate a promuovere l'integrazione e i diritti degli immigrati e a combattere la piaga dell'illegalità, il Presidente Prof. Foad Aodi, esprime dolore e sdegno per l'escalation di morti sul lavoro, che rappresenta oggi più che mai una ferita aperta mai curata, che non è affatto degna di un Paese civile come l'Italia.

In particolar modo il Prof. Aodi fa riferimento a quel triste mondo sommerso, a "quel mare agitato e inquinato", che è rappresentato dai lavoratori irregolari e clandestini, prendendo spunto dal recente tragico decesso del cittadino indiano Satnam Singh che, nell'Agro Pontino, in seguito ad un drammatico incidente sul lavoro, è stato letteralmente abbandonato a se stesso, privato del più sacrosanto diritto umano ovvero il primo soccorso, mentre le terribili ferite lo conducevamo inevitabilmente alla morte.

Amsi e Uniti per Unire esprimono vicinanza e solidarietà alla famiglia dell'uomo e a tutti coloro che, giunti in Italia nella speranza di un futuro migliore, si ritrovano senza esagerazione alcuna a vivere una realtà forse ben peggiore di quella del proprio paese di origine.

«L'inferno dei braccianti dell'Agro Pontino che lavorano nei terreni agricoli laziali rappresenta, esordisce Aodi, soltanto la punta dell'iceberg di una realtà invivibile, fatta di illegalità, di sfruttamento, di ore e ore trascorse sotto il sole o la pioggia a lavorare alle dipendenze di persone senza scrupoli.

La piaga del caporalato, in Italia, è una vera emergenza sociale che deve scuotere le coscienze della politica e che di certo, agli occhi dell'Europa, non fa emergere una immagine dignitosa del nostro Paese.

Noi di Amsi e Uniti per Unire siamo indignati e quello che sta accadendo è davvero vergognoso.

Dove sono la prevenzione e la sicurezza sul lavoro? Che fine ha fatto il rispetto della legalità?

Da anni solleviamo, agli occhi dell'opinione pubblica, l'emergenza legata alla mancanza di norme igieniche, all'esplosione di patologie, alla totale assenza di supporto umano nei confronti di soggetti che vengono trattati come il "signor nessuno".».

i nostri associazioni e movimenti e comunità aderenti al movimento Uniti per Unire da tempo lavorano sull'ambizioso progetto della creazione di una solida rete ambulatoriale per stranieri, implementando i servizi e la tutela per coloro che, privi del permesso di soggiorno, si ritrovano nella condizione di non avere diritto alle cure al pari degli altri cittadini italiani, così come non mancano indagini costantemente aggiornate che denunciano quanto accade in un contesto dove è davvero tutto da rifare.

Negli anni continuano ad arrivare ad Amsi denunce e segnalazioni davvero allarmanti.

Negli ultimi 5 anni, attraverso il nostro dettagliato e aggiornato report, emerge un pericoloso e drammatico aumento del 42% degli infortuni sul lavoro ai danni di cittadini stranieri, oltre la metà privi di documenti regolari e senza un contratto di assunzione, in special modo in settori come l'agricoltura e l'edilizia.

«Non ci nascondiamo, continua Aodi. Chiamatela pure la schiavitù del 2024, ed è terribile che tutto questo accada in Italia».

Senza dimenticare, continua così l'indagine e la denuncia di Amsi, che al secondo posto ci sono gli abusi sessuali e le discriminazioni nei confronti delle donne straniere, in particolar modo di origine africana.

Non si possono dimenticare, oltre ai decessi, l'esplosione delle patologie che affliggono uomini e donne di origine straniera, sottoposti a orari di lavoro assurdi e disumani.

Al primo posto ci sono le malattie osseo scheletriche, causate dallo sforzo fisico: patologie della colonna vertebrale, ernia del disco, fratture, distorsioni, lesioni di ogni genere. E poi l'ansa e la depressione per motivi di difficoltà economica ,lavorativa ed abitativa 

Da anni Amsi e Uniti per Unire denuncia con forza la necessità di una politica lungimirante, finalizzata a debellare la piaga del lavoro clandestino e dello sfruttamento di esseri umani.

«Il tutto continua ad avvenire impunemente sotto i nostri occhi, continua Aodi, a dimostrazione di una politica inefficiente, con i Governi che si sono alternati che hanno dimostrato, tutti, nessuno escluso, inefficienza e incapacità.

Tutelare i diritti di questi esseri umani deve essere una priorità, così come occorre valorizzare e promuovere la buona immigrazione, aprendo la strada all'inserimento di uomini e donne che possono essere una risorsa per settori lavorativi come la sanità, in costante debito di ossigeno di personale, cancellando le discriminazioni su medici e infermieri di origine straniera e snellendo quella annosa burocrazia che ne impedisce l'assunzione da parte delle nostre regioni, bisognose come il pane di medici e infermieri qualificati, valorizzando quei 100mila professionisti che di fatto si sono già inseriti nella nostre realtà sanitarie, con stipendi finalmente dignitosi, nell'uno e nell'altro caso, sia per coloro che già lavorano da noi, che per quelli che aspirano legittimamente a farlo».

Il medico, l'infermiere, il professore universitario, ma anche l'operaio, non deve esserci distinzione: occorre prevenzione, legalità, tutela, in particolar modo per l'esercito di cittadini stranieri arrivati qui da giovani e che hanno studiato qui da noi o che si sono inseriti da noi dopo la laurea conseguita all'estero e poi anche i nuovi italiani, i giovani, i figli degli immigrati, coloro che sono nati qui.

Per tutti loro Amsi, da tempo, dice basta alla discriminazione, un vero e proprio male sociale, e anche al bullismo nel caso dei giovani neo italiani, e soprattutto rivolge un appello affinché nessuno li consideri più italiani e cittadini di serie B, come allo stesso modo tutti i cittadini di origine straniera devono fare la loro parte per integrarsi e rispettare le regole, potendo contare sul supporto delle istituzioni».

Così il Prof. Foad Aodi è Esperto in Salute Globale, Presidente di Amsi, Co-Mai e del Movimento Uniti per Unire, nonché Docente di Tor Vergata, membro del Registro Esperti della Fnomceo dal 2002, già 4 volte Consigliere dell'Ordine dei medici di Roma, nonché Direttore Sanitario del Centro Medico Iris Italia e Membro del Comitato Direttivo AISI.

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