(ASI) Perugia – “Se non c’è la pace non c’è dignità”. È questo in sostanza il filo rosso che ha portato i 15 candidati della lista Pace terra e dignità a scendere in campo per la circoscrizione Italia centrale per le prossime elezioni Europee. La lista del noto giornalista e conduttore televisivo, Michele Santoro (capolista), dopo due ricorsi al Tar e la burocrazia che, in un primo momento, ha portato alla sua esclusione, ora può cominciare a fare la sua campagna elettorale.
Lista presentata ufficialmente, a Perugia, lunedì 13 maggio, nella sede di Rifondazione comunista, alla presenza di tre candidati Ali Rashid, Fabio Alberti e Marta Grande, e di Franco Cesario, membro del comitato umbro Pace terra e dignità e della segreteria provinciale di Rifondazione comunista, che ha ricordato le difficoltà iniziali e la raccolta, solo in Umbria, di 2.300 firme.
Una lista variegata, che può contare su 8 donne e 7 uomini, che vanno dai 93 ai 28 anni. Varie le professioni, dall’associazionismo all’avvocatura, dal giornalismo all’editoria, fino al mondo della scuola, dell’università e dei servizi sociali. Pace terra e dignità ha avuto l’adesione di Rifondazione comunista, Mera25 Italia e il Movimento equità territoriale.
Fra i candidati c’è chi ha vissuto in prima persona la guerra, come l’umbro di adozione, politico e giornalista palestinese,
Ali Rashid: “Vengo da Gerusalemme e per tutta la vita sono stato vittima della guerra. Il mio sogno più grande è quello di vivere in pace e vivere la pace”. E, in caso di elezione, il suo primo impegno sarà quello di ricordare all’Europa: “le sue storiche responsabilità verso l’altro mondo, al di fuori dei suoi confini, dove vi è violenza e mancanza di democrazia”.
Anche Fabio Alberti sa cos’è la guerra, vista da un’altra prospettiva però, in quanto membro di un’associazione non governativa che porta soccorso alle vittime: “Dare il mio contributo a questa lista mi è sembrato naturale, perché l’Europa deve decidere se vuole andare verso la guerra o verso la pace. L’Europa deve decidere se continuare sulla strada che ormai sembrano aver imboccato gli Stati Uniti, che vuole andare allo scontro con il resto del mondo per difendere la sua supremazia, o seguire la vocazione di potenza di pace che è stata dell’Europa e che sembra aver smarrito”.
Marta Grande, invece, di Civitavecchia, laureata negli Stati Uniti, ha ribadito come in questa fase storica non si possa non lavorare per la pace: “L’Europa deve aprire un dibattito concreto e operativo sulla risoluzione dei conflitti in corso e poiché la pace è ineluttabile, in quanto ogni guerra finisce sempre con un trattato, quel momento può essere ora. Le bombe si possono fermare e i civili si possono salvare se lasciamo che la diplomazia, e non le armi, sia la protagonista di questa fase politica”.