(ASI) Roma - "Quando si parla di violenza contro le donne non si può prescindere dal tenere in considerazione che la violenza è un male universale, ossia che essa è agita contro ogni persona la quale sia considerata più fragile e più disarmata.
L'ultimo episodio di violenza femminile è stato oggetto di dibattito politico, che ha evidenziato l'incapacità ad affrontare la problematica da un punto di vista obiettivo che tenga conto delle cause reali che la determinano.
Si è voluto far riferimento, quasi esclusivamente, ad un fattore legato alla cultura patriarcale, dimostrando un vuoto conoscitivo della storia umana, dell'identità umana, della psicologia umana e, pertanto, dei fattori psicologici che determinano la violenza" ha dichiarato lo scrittore Biagio Maimone, Direttore dell'ufficio stampa dell'Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è Monsignor Gaid Yoannis Lahzi, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco, il quale aggiunge:
"Non si è parlato del progressivo acuirsi della crisi dei valori umani, dovuta ad una società che, pervasa dal materialismo, sta smarrendo la cultura che proviene dalla dimensione della vita spirituale.
Quando i valori della vita spirituale si affievoliscono la violenza si afferma, come avviene nell'epoca attuale, sia attraverso i conflitti tra territori, sia attraverso i conflitti personali, che non colpiscono solo le donne, ma anche i bambini, gli anziani e i fragili.
Non si è posto in evidenza che si afferma sempre più la mentalità che vive nel ghetto, secondo cui le problematiche si risolvono ricorrendo alla violenza.
Non si è tenuto in debita considerazione l'affermazione sempre più crescente del bullismo, che è la ridicolizzazione dissacratoria dell'altro.
Il bullismo trasferito sul piano della relazione uomo-donna determina la violenza sulle donne in quanto soggetto socialmente più fragile, meno protetto dalle leggi.
Il bullismo si esprime come violenza morale e come violenza fisica efferata che ha lo scopo di uccidere e, perciò, annientare la vittima.
Si dimentica che la violenza scaturisce dall'animo umano di chi è mentalmente fragile e sofferente e non certamente per adesione ad una cultura socio-politica che fa fatica a riconoscere alla donna il valore sacro della sua dignità umana, la sua intelligenza, il suo essere soggetto pensante e non oggetto.
E' vero che tale cultura sia molto affermata, ma non è tale cultura a determinare i femminicidi, in quanto se così fosse tutti coloro che non riconoscono alle donne il loro reale valore sociale, umano, culturale e spirituale ucciderebbero le donne.
La fragilità psicologica è molto diffusa nell'epoca attuale proprio in quanto il piano spirituale della vita è stato mortificato, messo in disparte, considerato di scarso rilievo.
Vivere senza l'apporto dei valori spirituali della vita significa vivere deprivati del sostegno interiore più rilevante, che rende forti e indirizza l'agire umano verso orizzonti di speranza e di amore.
Chi uccide le donne è un uomo disperato, nel cui mondo interiore vive lo straziante dramma del vuoto spirituale, della desolazione, della sofferenza lacerante e di un io "spezzato" dall'abisso del dolore.
Occorre inondare di valori spirituali la vita umana per incamminarsi sul sentiero che conduce concretamente al superamento della violenza, che si esprime nei confronti delle donne, mediante il femminicidio, nei confronti dei bambini, degli anziani, dei più fragili e, perciò, indifesi"