(ASI) Roma – Con il caso del Pratone di Torre Spaccata abbiamo l'occasione per dare un segnale tangibile dell'azione che caratterizza questa Amministrazione. Abbiamo l'opportunità di dare seguito agli impegni presi come coalizione e invertire il paradigma del concetto di valorizzazione che, nell'attuale contesto dei cambiamenti climatici, non può più essere inteso come realizzazione di strutture e cubature edilizie residenziali e commerciali.
Al contrario, oggi dobbiamo convintamente dire no al consumo di suolo e riconoscere il ruolo indispensabile delle aree verdi urbane non edificate, come straordinari serbatoi di biodiversità, necessari a compensare le emissioni inquinanti e segno concreto di un'azione finalizzata a contrastare i cambiamenti climatici.
Solo avendo il coraggio di mettere in atto scelte di salvaguardia e di riqualificazione delle aree da mettere a disposizione della collettività possiamo portare a compimento quella cultura del cambiamento che consente ai cittadini di iniziare a recepire il valore di determinate scelte.
Allo stesso tempo, si deve lavorare anche alla variante del PRG per trasformare quelle aree in 'non edificabili', chiedendo che l'Avvocatura capitolina faccia una verifica sulle ultime sentenze del Consiglio di Stato per confermare che non esiste l'obbligo di riconoscere il diritto edificatorio e che un Ente Locale può, in qualsiasi momento per sopraggiunti motivi di interesse collettivo, cambiare la destinazione del Piano Regolatore Generale.
L'obiettivo ultimo è scongiurare in ogni modo l'effetto compensazione che caratterizzò in negativo il salvataggio della tenuta di Tor Marancia.
Così in una nota i consiglieri capitolini del Coordinamento Verdi-Sinistra Ferdinando Bonessio e Alessandro Luparelli