(ASI) “Il rialzo del prezzo dei carburanti è determinato in grandissima parte da accordi dei produttori mondiali di petrolio che si riflettono in tutta l’Europa dove i prezzi italiani sono infatti poco sopra la media. Il governo comunque è già intervenuto e continua a lavorare per contrastarli, in particolare a favore dei percettori di redditi bassi.
Va comunque detto no alla strumentalizzazione che viene attuata su questo argomento, che cita come un prezzo di riferimento i 2,70 registrati su una certa tratta autostradale. L’esposizione dei prezzi medi serve proprio a questo: chi si trova di fronte quella cifra può vedere che la media è molto inferiore e andare altrove se proprio non è a secco. Parlare di 2,70 come prezzo normale ha proprio l’effetto opposto. I dati ufficiali dicono invece che con il governo precedente l’anno scorso per ben tre mesi i prezzi medi erano superiori a quello attuale che è 1,939 (non 2,019 che è quello autostradale): a marzo 2022 si era a 2,01, a giugno 2,03, a luglio 1,97. Si potrebbe anche ricordare che, ad esempio a luglio 2014, con il governo Renzi, il prezzo della benzina era 1,76 equivalenti a 2,07 di oggi. Eppure né nel 2022 né nel 2014 coloro che oggi fanno catastrofismo dall’opposizione esprimevano alcuna preoccupazione”.
Lo dichiara in una nota il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.