(ASI) Roma - “Non credo proprio che questa delega costituisca una pagina storica per il nostro sistema fiscale, come sostengono Governo e maggioranza. Si è lavorato su schemi vecchi di 50 anni, mentre non solo il mondo è cambiato negli ultimi 50 anni, ma negli ultimi anni cambia ogni giorno.
E' probabile che mentre il Governo scriverà i decreti legislativi ci troveremo (e lo spero), a rimettere mano al nostro sistema fiscale. In questa delega non c'è nulla sull'economia digitale, sull'enorme accumulo di ricchezze non tassate. Noi abbiamo proposto il registro dati che consenta a ciascun cittadino di sapere chi ha acquisito i suoi dati e che uso ne fa, abbiamo proposto una commissione in seno al ministero dell'economia. Se vogliamo riscrivere nuove forme di prelievo su nuove forme di ricchezza, nell'ottica di una vera e nuova redistribuzione, non possiamo attendere l'orientamento di organismi internazionali che spesso sono condizionati da stati forti, che hanno interesse perché le più grandi di queste società hanno sede proprio là. Ci è stato risposto e ci risponderanno che nella delega si va verso la global minimum tax, ma quella è un'altra cosa, riguarda la tassazione ordinaria delle società, giusta, siamo d'accordo. Ma è un'altra cosa. Sull'evasione fiscale si risponde con promesse di condono ai piccoli, si promette un concordato preventivo biennale che si risolverà in un invito all'adesione ai vecchi e logori studi di settore. Quindi si inducono i piccoli all'evasione con una falsa promessa creando così danni a loro stessi e al gettito dello stato. Questa riforma è una patacca che non abbasserà le tasse di mezzo euro, perché non sa o non ha il coraggio di recuperare davvero risorse utili ad alleviare il carico tributario a lavoratori, famiglie e imprese”. Lo comunica in una nota Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera, a margine della discussione sulla delega fiscale nell'aula di Montecitorio.