(ASI) “Il tentativo di far partire una nuova telenovela sul telefonino di La Russa, presumibilmente in uso al figlio, è cessato sul nascere, quando appena richiesto Leonardo La Russa, invitato in questura, benché neanche avesse il telefono con sé, senza perdere tempo, ha chiamato sua madre che poco dopo lo ha volontariamente consegnato.
Il telefono, come la SIM, è intestato al senatore La Russa. Il presidente del Senato non poteva certo anticipare la consegna prima della richiesta dei pm solo perché lo chiedevano giornali o oppositori, mentre, se avesse voluto, avrebbe potuto rifiutarsi di consegnarlo. Al suo posto anche io lo avrei consegnato, ma ciò non toglie il fatto di creare un precedente pericoloso. Lo dico anche alla luce della mia esperienza di Presidente della giunta delle prerogative e immunità nella precedente legislatura. Infatti la garanzia che deriva dall’articolo 68 della Costituzione non può essere oggetto di rinuncia da parte di un parlamentare, perché posta pacificamente a tutela dell’organo (il Senato) e non del senatore. Tecnicamente è solo il Senato che può consentire sequestro e utilizzo. Sono certo che gli inquirenti si stiano ponendo il problema. Per il resto credo abbia ragione il presidente La Russa nel dire che qualcuno, media o politico, abbia superato il limite del rispetto dovuto, fino a prova contraria, oltre che al giovane incensurato, alla famiglia La Russa la cui correttezza conosco da decenni”. Lo dichiara il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (FI).