(ASI) "Sul giornalismo di inchiesta della Rai si è aperta una discussione surreale, perché, da quello che ho potuto verificare come membro della Commissione Vigilanza, mai la Rai ha pensato di comprimere o peggio ancora sopprimere questo tipo di giornalismo.
Che peraltro è fondamentale nella storia della Rai. Taluni settori politici hanno imbastito una polemica sul nulla, per fare del vittimismo. Ciò non toglie che anche il giornalismo di inchiesta debba rispettare dei criteri di serietà e di attendibilità. Ad esempio mostrare Baiardo su tutte le televisioni pubbliche e private è una scelta sciagurata. Questo signore, noto collaboratore di associazioni mafiose, un giorno rilascia dichiarazioni astruse dicendo poi che si è accorto della telecamera nascosta, il giorno dopo su TikTok diffonde un video con il quale dice che ciò che ha detto nell'intervista, di cui si era prontamente accorto, era completamente falso. Il giornalismo di inchiesta non è il 'baiardismo'. Chi vuole essere considerato serio non si mette a fare il megafono di personaggi di un certo tipo. Che taluni pagano e che la Rai pare almeno non avere pagato. Il giornalismo di inchiesta insomma non è mettersi in ginocchio davanti a dei figuri collusi che dicono quello che vogliono e che con le menzogne alimentano polveroni e condizionano inchieste. La Rai quindi vado avanti sul giornalismo di inchiesta e butti il 'baiardismo' nel cesto della spazzatura". Così il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri componente della Commissione di Vigilanza Rai