“Sicurezza non è solo sinonimo di condizioni igienico-sanitarie adeguate, ma è anche la possibilità di ricorrere alla circoncisione nelle strutture sanitarie a prezzi contenuti. Per rafforzare questo percorso è necessario che la circoncisione preventiva venga inserita nei Lea, a livello nazionale, così come è auspicabile l’attivazione di un tavolo regionale, nel Lazio, per promuovere iniziative come i protocolli con gli ospedali, alcuni già ne esistono ma è necessario che questo intervento possa avvenire ad una ‘tariffa sociale’. Se non si interviene il rischio è quello di veder aumentare il numero dei bambini morti a causa di circoncisioni effettuate in casa, in condizioni precarie e di totale insicurezza. Chi ricorre a questa pratica clandestinamente lo fa spesso perché non può sostenere i costi dell’intervento in ospedale: è qui che bisogna intervenire. Giudichiamo positivo l’incontro del sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi con i vertici di Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, da sempre fautori della battaglia contro le circoncisioni clandestine: ci auguriamo che il lavoro per le circoncisioni preventive nelle strutture pubbliche si sostanzi presto di impegni concreti, a tutti i livelli istituzionali.”
A livello mondiale si stima che più del 30% della popolazione maschile sia circoncisa per motivi religiosi, culturali e di prevenzione con notevoli differenze nella distribuzione geografica. L’età in cui si è sottoposti a tale intervento chirurgico varia da quello neonatale a quello infantile, prepuberale e puberale, fino a quello giovanile – prematrimoniale.
Si sottolinea come essendo la circoncisione, nella religione ebraica e islamica, un rito di iniziazione e un requisito per l’ammissione alla religione, essa viene eseguita comunque anche in altre fasce anagrafiche.
Nell’atto ispettivo la consigliera Tidei fa presente che la circoncisione è una pratica molto presente in Asia centrale e occidentale, in Africa, in Australia e nell’America settentrionale; tale pratica, però, è presente anche in Italia, sebbene in piccole percentuali, sia tra i cittadini italiani che stranieri.
Da alcuni dati diffusi recentemente sarebbero circa 15.000 mila le circoncisioni all’anno che vengono richieste in Italia, sia da famiglie musulmane che non, e ciò non solo per motivi culturali e religiosi ma anche per motivi di prevenzione. Di queste 15.000 mila circa 8500 vengono effettuate in Italia mente le restanti 6500 nei paesi di origine.
La preoccupazione di Marietta Tidei nasce da un ulteriore dato: il 40% delle circoncisioni, praticate in Italia, sono “fai da te” o clandestine così da causare l’aumento di complicanze sui bambini di circa il 15% se non qualche volta addirittura il decesso.
Inoltre, il costo privato delle suddette pratiche si aggira dai 2000 ai 4000 euro mentre le clandestine si attestano su una cifra che varia dai 25 ai 50 euro ad intervento.
Le buone notizie per chi ricorre alla circoncisione prendono forma con la determinazione G18457 del 22 dicembre 2022, con cui la regione Lazio ha inteso uniformarsi non solo agli orientamenti già espressi in ambito nazionale ma anche individuare un percorso in grado di contrastare le pratiche clandestine in materia di circoncisioni.
Grazie alla menzionata determinazione regionale oggi è possibile, oltre alla circoncisione terapeutica (prestazione comprensiva di anestesia, visite ed esami pre e post-intervento), anche la circoncisione rituale con relativo pagamento del ticket ad esclusione dei cittadini titolari di esenzione.
Ad oggi la prestazione relativa alla circoncisione rituale è erogabile solo presso le strutture pubbliche dotate della disciplina di chirurgia generale pediatrica: San Camillo-Forlanino e Policlinico Umberto I.
Nell’interrogazione Tidei, , chiede di prevedere un ampliamento delle strutture stesse sul territorio regionale così come avvenuto con la ASL Roma F che ha provveduto ad inaugurare l’ambulatorio per circoncisione rituale a Civitavecchia.
Da qui nasce la richiesta al Presidente Rocca di conoscere i dati relative delle prestazioni che fino ad ora sono state erogate presso le strutture sanitarie. Dati che si conosceranno mercoledì 26 luglio, il giorno in cui Marietta Tidei riceverà nell’Aula della Pisana la risposta alla sua interrogazione.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia