(ASI) Roma - "Il governo Meloni fa una scelta di campo e si schiera con Orbàn e la sua legge che cancella le persone LGBT+, stabilendo un'assurda censura che vieta di mostrare ai minori, sia nei media che nelle scuole, qualsiasi contenuto inerente ai diversi orientamenti sessuali.
Per volontà della destra al governo, l'Italia non si unisce alla Commissione europea, al Parlamento Ue e a 15 paesi membri che sostengono la causa per violazione dei diritti umani davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea. L’Italia è l'unico paese fondatore dell’Unione a non schierarsi dalla parte dei diritti, allontanandosi così dalle tradizionali alleanze e scegliendo un'incomprensibile vicinanza al blocco di retroguardia dell’Unione Europea. La strada ultra oscurantista imboccata dal governo Meloni non può che suscitare preoccupazione, non solo riguardo ai diritti delle persone LGBTQI+ nel nostro Paese, ma al generale indirizzo politico intrapreso. Il nostro impegno come parlamentari è finalizzato a lanciare una sfida al governo affinché finalmente si giunga anche in Italia a riconoscere a tutti i cittadini piena parità davanti alla legge, come in tutta quella parte d’Europa alla quale l’Italia da sempre appartiene".
Così i e le componenti dell'intergruppo per la tutela e la promozione dei diritti delle persone Lgbtiq+ Alessandra Maiorino, Alessandro Zan, Chiara Appendino, Anna Bilotti, Laura Boldrini, Anna Laura Orrico, Bakkali Ouidad, Carmen Di Lauro, Cecilia D'Elia, Dolores Bevilacqua, Elisa Pirro, Emma Pavanelli, Fabrizio Benzoni, Federica Onori, Gilda Sportiello, Giorgio Fede, Giulia Pastorella, Ilaria Cucchi, Ivan Scalfarotto, Marco Pellegrini, Rachele Scarpa, Riccardo Magi, Sabrina Licheri, Stefania Ascari, Susanna Camusso, Michele Fina, Barbara Floridia, Antonio Nicita, Andrea Quartini, Silvia Roggiani.