(ASI) Spoleto - La Mafia uccide d’estate’. Autobiografia di un antimafioso siciliano berlusconiano Spoleto. Gremita la sala convegni del ristorante Zengoni per La Mafia uccide d'estate (Angelino Alfano, Mondadori 2011), libro presentato di fronte ad una folta schiera di politici locali, giornalisti, simpatizzanti e curiosi.
Ospite dell’amico e collega senatore Domenico Benedetti Valentini, Alfano ha colto l’occasione per confrontarsi con i probo viri del PdL umbro e con i cittadini accorsi, in un clima disteso, quasi informale, nel quale non sono mancati momenti ironici e scambi di battute. Tre anni fa Angelino Alfano (allora trentasettenne) assumeva la carica di Ministro della Giustizia. Sarebbe stato il più giovane Guardasigilli della storia repubblicana. Varcata la soglia di via Arenula, tra i primi impegni del ministro una serie di ricorrenze, tutte relative a personaggi caduti nella lotta alla mafia: magistrate, poliziotti, giornalisti e sacerdoti molti dei quali assassinati durante la stagione estiva (da qui il titolo del volume), come Giovanni Falcone caduto in maggio, o don Pino Puglisi a settembre. Da loro, dalle vittime del terrore mafioso, partono le riflessioni e le analisi dell’ex ministro, riflessioni incentrate sui temi della partecipazione e dell’attivismo che, sin dall’adolescenza, hanno caratterizzato il percorso umano e professionale del politico siciliano, non abbandonandolo in alcun momento della sua vita, spingendolo anzi a fronteggiare e cercare di risolvere problemi che da decenni affliggono la giustizia italiana, come la lentezza dei processi o il sovraffollamento delle carceri. Breve presentazione seguita da interventi e quesiti posti dal pubblico, in primis dai direttori delle due più note testate regionali, Il Giornale delll’Umbria e il Corriere dell’Umbria; spazio tuttavia concesso anche a free lance, militanti e cittadini. Attività passata e nuovo corso gli argomenti principali delle domande rivolte ad Angelino Alfano. Peccato non sia stata colta l’occasione di chiedere all’ex Guardasilli un suo parere sulla diffusione sempre maggiore e rapida di Camorra e ‘Ndrangheta nel territorio umbro e su eventuali misure da adoperare per circoscrivere il fenomeno malavitoso. L’evento è proseguito con una cena rigorosamente su prenotazione. Poco prima del desinare abbiamo incontrato l’avvocato Fiammetta Modena alla quale abbiamo rivolto alcune domande inerenti la politica locale (quanto prima proporremo la video intervista). Modena ha sottolineato l’importanza della ricerca di nuove strategie ed alleanze nell’ambito del centro destra umbro, prestando attenzione a sviluppare un percorso comune onde evitare fratture e divisioni successive, che in una coalizione contribuirebbero soltanto a mettere a repentaglio stabilità, sacrifici e sforzi. L’avvocato ha evidenziato anche la rilevanza dell’attività culturale che non può mancare dalla vita di un partito: essa fornisce infatti validi strumenti di analisi dell’identità, del passato e del tessuto sociale della regione, permettendo così di trovare spunti per una costruzione un rilancio dell’intero territorio.
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